L’AIFA ha pubblicato, sul suo sito il Rapporto sull’uso dei farmaci in Italia, nei primi nove mesi del 2014, curato dall’Osservatorio sull’impiego dei medicinali (OsMed).
Il rapporto fornisce i dati relativi ai farmaci erogati i in regime di assistenza convenzionata (dispensati in distribuzione diretta e per conto) e nel contesto dell’assistenza ospedaliera.
Viene anche analizzata la spesa sanitaria pubblica.
La spesa farmaceutica nazionale totale (pubblica e privata) è stata pari a 19,9 milioni di euro (+1,2% rispetto al 2013) ed è stata rimborsata per il 75,6% dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
La spesa a carico del cittadino è stata di 4.842 milioni di euro, per l’11,1% relativa ai farmaci di classe C con obbligo di ricetta.
In prevalenza i medicinali sono stati dispensati ai cittadini a carico del SSN, attraverso il canale delle farmacie territoriali pubbliche e private (41,5%).
I consumi in regime di assistenza convenzionata sono rimasti pressoché invariati, in termini di dosi, numero di confezioni e di ricette (sono state dispensate 850 milioni di confezioni: circa 14 per abitante).
È lievemente aumentata la compartecipazione a carico del cittadino (comprensiva del ticket per confezione e della quota a carico del cittadino eccedente il prezzo di riferimento sui medicinali a brevetto scaduto), che passa dal 12,7% del 2013 al 13,6% della spesa convenzionata.
Nell’ambito dell’assistenza farmaceutica convenzionata, i farmaci per l’apparato cardiovascolare sono la prima categoria terapeutica sia in termini di spesa (42,4 euro pro capite), sia in termini di dosi medie prescritte: 469,2 dosi ogni 1000 abitanti al giorno (DDD/1000 ab die); seguono i farmaci per l’apparato gastrointestinale e metabolismo, con una spesa pro capite di 24,4 euro e 152,5 DDD/1000 ab die.
Sempre in regime di assistenza convenzionata, i primi tre principi attivi a maggior spesa sono stati la rosuvastatina e il pantoprazolo (entrambi 3,6 euro pro capite) e il salmeterolo in associazione (3,5 euro pro capite).
I farmaci a brevetto scaduto rappresentano il 51,1% della spesa farmaceutica convenzionata (+6,6%) e il 70,4% delle DDD totali (+11,9%).
I primi principi attivi a brevetto scaduto, in termini di spesa, sono il pantoprazolo e il lansoprazolo, rispettivamente con 217,5 e 189,2 milioni di euro.
La spesa per i farmaci utilizzati in ambito ospedaliero è stata di 2 miliardi di euro, per il 69,8% composta dai farmaci di classe H, per il 16,2% dai farmaci di classe C e per il restante 13,9% dai farmaci di classe A. I primi tre principi attivi, per quanto riguarda la spesa, sono il trastuzumab (136,5 milioni di euro), il rituximab (105,1 milioni di euro) e il bevacizumab (97,7 milioni di euro).
Le tre regioni che hanno avuto la spesa farmaceutica convenzionata di classe A-SSN più elevata sono state la Campania (168,2 euro pro capite), la Puglia (163,1 euro) e la Calabria (160,2 euro). La spesa più bassa è quella delle Provincie Autonome di Bolzano (96,9 euro) e Trento (108,1 euro) e dell’Emilia Romagna (104,1 euro). Quella della Sardegna è stata di 152,8 euro pro capite, -3,2% rispetto al 2013. La media nazionale è 135,3 euro (-4,2%).
In termini di dosi medie prescritte, i livelli più alti di consumo in regime di assistenza convenzionata sono quelli di Lazio (1.184,2 DDD/1000 ab die), Calabria (1.179,3 DDD/1000 ab die) e Puglia (1.157,9 DDD/1000 ab die); quelli più bassi sono stati registrati nella Provincia Autonoma di Bolzano (764,6 DDD/1000 ab die), in Liguria (883,7 DDD/1000 ab die) e in Veneto (946,1DDD/1000 ab die). Il dato della Sardegna è 1.125,5 e la media nazionale 1.035,9 DDD/1000 ab die.