Resistenza agli antibiotici: equivoci e idee sbagliate diffusi tra la popolazione mondiale

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Un’indagine condotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in dodici paesi.

 

 

Un’indagine, condotta dall’OMS in dodici paesi, evidenzia che il pubblico non ha le idee chiare su questa grave minaccia per la salute pubblica e non comprende come si possa evitare che aumenti.

La resistenza agli antibiotici si verifica quando si selezionano ceppi batterici resistenti agli antibiotici, usati per trattare le infezioni che provocano. Abuso e uso scorretto possono favorire lo sviluppo di batteri resistenti. L’indagine evidenzia alcune delle pratiche, le lacune nella comprensione e i malintesi, che contribuiscono a questo fenomeno.

Quasi i due terzi (64%), delle circa 10.000 persone intervistate in 12 paesi, hanno risposto di sapere che la resistenza agli antibiotici è un problema che potrebbe toccare loro e le loro famiglie, ma non sanno dire in che modo li problema li potrebbe riguardare e cosa si possa fare per affrontarlo. Per esempio, il 64% degli intervistati ritiene che gli antibiotici possano essere utilizzati per il trattamento di raffreddori e influenza, mentre gli antibiotici non sono efficaci contro i virus. Circa un terzo (32%) delle persone intervistate ritiene di poter interrompere l’assunzione di antibiotici quando si sente meglio, piuttosto che completare il ciclo del trattamento prescritto.

I risultati del sondaggio sono stati presentati in concomitanza con il lancio della nuova campagna mondiale dell’OMS: “Antibiotici: maneggiare con cura”’, finalizzata a migliorare la comprensione del problema e cambiare il modo in cui vengono utilizzati gli antibiotici.

L’indagine multi-paese comprendeva 14 domande sull’uso e la conoscenza degli antibiotici e sull’antibiotico resistenza e utilizzava un mix di interviste online e faccia-a-faccia. È stata condotta in 12 paesi, non ha la pretesa di essere esaustiva, ma servirà ad individuare le principali lacune nella comprensione del problema da parte del pubblico e le idee sbagliate sull’uso degli antibiotici, in modo da permettere all’OMS di ideare campagne più mirate ed efficaci.

L’inchiesta ha evidenziato alcune idee sbagliate sugli antibiotici:

• Tre quarti (76%) degli intervistati pensa che si abbia resistenza agli antibiotici quando l’organismo diventa resistente agli antibiotici. Al contrario, sono i batteri, e non gli esseri umani o gli animali, a diventare resistenti agli antibiotici e la loro diffusione rende difficile il trattamento delle infezioni.

• Due terzi (66%) degli intervistati ritiene che gli individui non siano a rischio di una infezione resistente agli antibiotici se assumono gli antibiotici secondo prescrizione. Quasi la metà (44%) delle persone intervistate pensa che la resistenza agli antibiotici sia un problema solo per chi assume regolarmente antibiotici, mentre chiunque, di qualsiasi età e in qualsiasi paese può avere un’infezione antibiotico-resistente.

• Più della metà (57%) degli intervistati ritiene che ci sia poco da fare per fermare la resistenza agli antibiotici, mentre quasi due terzi (64%) ritengono che gli esperti medici risolveranno il problema prima che diventi troppo grave.

Un altro risultato chiave del sondaggio è che quasi tre quarti (73%) degli intervistati dicono che gli allevatori dovrebbero dare un minor numero di antibiotici agli animali.

Per risolvere questo problema crescente, è stato approvato un piano d’azione globale per combattere l’antibioticoresistenza, durante l’Assemblea Mondiale della Sanità nel maggio 2015. Uno dei 5 obiettivi del piano è quello di migliorare la conoscenza e la comprensione della resistenza agli antibiotici attraverso attività di formazione e una comunicazione efficace.

 

http://www.who.int/mediacentre/news/releases/2015/antibiotic-resistance/en/

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