Un articolo pubblicato su NEJM ci mostra il ruolo del supplemento di Vitamina D nella prevenzione del cancro invasivo e delle malattie vascolari.
Negli ultimi anni è aumentata la prescrizione di colecalciferolo (Vit.D) per trattare le patologie del sistema scheletrico, tuttavia non è chiaro se l’integrazione con vitamina D riduca il rischio di cancro o di malattie cardiovascolari e i dati provenienti dagli studi randomizzati sono limitati.
Alcuni studi osservazionali hanno dimostrato che la percentuale di morte per cancro o per una malattia cardiovascolare sia inferiore nelle persone maggiormente esposte alla luce solare, mentre persone con bassi livelli di 25 idrossi-vitamina D avevano un maggiore rischio di sviluppare il cancro o una malattia cardiovascolare.
Tuttavia, non vi sono studi diretti che dimostrano come il supplemento di vitamina D riduca l’incidenza di tali patologie, trattandosi infatti di studi osservazionali devono essere considerati dei fattori confondenti come l’attività fisica (che può determinare una maggiore esposizione ai raggi solari), la percentuale di tessuto adiposo (che riduce la biodisponibilità di 25 idrossivitamina) e altri fattori.
Questo studio pubblicato sul NEJM ha dimostrato quali sono i benefici del supplemento di Vitamina D e Omega 3 per ridurre l’incidenza di questi due gruppi di patologie in una grande coorte di persone.
Si tratta di uno studio randomizzato, doppio cieco, in cui sono stati somministrati giornalmente o 2000 UI di vitamina D e/o 1g di Omega 3 o placebo a una coorte di 25.871 persone, di entrambi i sessi (età minima per gli uomini 50 anni, per le donne 55), di cui almeno 5000 afroamericani. Per essere eleggibili, i partecipanti non dovevano aver avuto in precedenza né il cancro (escluso tumore della pelle non melanoma), né una malattia cardiovascolare.
Gli endpoint primari hanno valutato l’incidenza di cancro invasivo di qualsiasi tipo e gli eventi cardiovascolari maggiori (infarto miocardico, ictus e morte per cause cardiovascolari) nei 4 bracci; mentre gli endpoint secondari hanno valutato l’incidenza, nello specifico, di cancro del colon-retto, della mammella e della prostata e la morte per cancro, per gli eventi cardiovascolari la rivascolarizzazione coronarica e le singole componenti dei principali eventi cardiovascolari.
Endpoint
- Cancro invasivo di qualsiasi tipo si è sviluppato in 1617 partecipanti, con tassi di eventi simili nel gruppo vitamina D e nel gruppo placebo (rispettivamente 793 e 824 partecipanti, hazard ratio, 0,96; 95% intervallo di confidenza [CI], da 0.88 a 1.06; P = 0.47). Non sono state osservate differenze significative tra i due gruppi per quanto riguarda l’incidenza di cancro al seno, alla prostata o al colon-retto. Durante il follow-up, 341 pazienti sono morti per cancro, con 154 di questi decessi nel gruppo vitamina D e 187 nel gruppo placebo (hazard ratio, 0,83, IC 95%, 0,67-1,02).
- Malattie cardiovascolari e mortalità per tutte le cause Ci sono stati 805 eventi cardio-vascolari maggiori (infarto miocardico, ictus o morte cardiovascolare), con eventi in 396 partecipanti alla vitamina Gruppo D e 409 partecipanti nel gruppo placebo (hazard ratio, 0,97, IC 95%, 0,85-1,12, P = 0,69). Anche l’integrazione con vitamina D non ha influenzato il rischio di endpoint cardiovascolari secondari. Si sono verificati 978 morti per qualsiasi causa; il numero di questi decessi era simile nel gruppo vitamina D e nel gruppo placebo (485 e 493 morti, rispettivamente, hazard ratio 0,99, IC 95%, 0,87-1,12).
Eventi avversi Non ci sono state differenze significative tra i due gruppi rispetto alla diagnosi di incidenti di ipercalcemia, calcoli renali o sintomi gastrointestinali.
Conclusioni
Lo studio, della durata ≥5 anni, ha esaminato l’effetto della vitamina D ad alte dosi sul rischio di cancro e di eventi cardiovascolari. L’integrazione giornaliera non ha determinato né una minore incidenza di cancro invasivo di qualsiasi tipo, né di eventi cardiovascolari maggiori (infarto miocardico, ictus, e morte per cause cardiovascolari) rispetto al placebo. L’intervento, inoltre, non ha portato ad una minore incidenza di decessi totali per cancro o una minore incidenza di cancro alla mammella, alla prostata, o al colon-retto rispetto al placebo.