Il ruolo del farmacista per la sicurezza dei pazienti geriatrici

 

 

Ormai da tempo stiamo assistendo a progressivo invecchiamento della popolazione con conseguente aumento dei pazienti geriatrici che soffrono di comorbidità e che per questo assumono una politerapia. 

E’ stato dimostrato che maggiore è il numero di farmaci assunti, maggiore è la probabilità di andare incontro a un interazione farmacologica; questo studio, condotto in Germania, dimostra come la figura del farmacista, durante la degenza del paziente geriatrico, ottimizza la gestione della terapia da parte del paziente e riduce la probabilità di andare incontro a una reazione avversa da farmaco (ADR).

 

 

Gli individui con età superiore a 65-70 anni rappresentano una percentuale crescente della popolazione, nella maggior parte dei paesi industrializzati, e soffrono frequentemente di comorbidità che li porta ad assumere una politerapia (convenzionalmente definita come l’assunzione di 5 o più farmaci al giorno). 

Con l’avanzare dell’età si verificano dei cambiamenti fisiologici che possono portare a un cambiamento nel metabolismo di molti farmaci; questo in aggiunta alla politerapia, seguita dalla maggior parte dei soggetti anziani, determina una maggiore probabilità di incorrere in un effetto indesiderato, rispetto a un soggetto più giovane.

È stato dimostrato che all’aumentare del numero di farmaci assunti, aumenta la probabilità di: andare incontro a un interazione farmaco-farmaco, assumere farmaci non appropriati o non assumere alcuni farmaci e avere una reazione avversa a farmaco (ADR); tutto ciò può determinare un aumento delle morbilità, in particolare di cadute, e un aumento della mortalità.

Questo studio è stato condotto in un reparto di geriatria di un ospedale universitario in Germania; sono stati inclusi i pazienti di ambo i sessi, con un’età minima di 70 anni e un’assunzione regolare di almeno cinque farmaci al giorno.

L’out-come primario ha valutato la percentuale di pazienti con “problemi legati alla terapia” (DPR -drug-related problem) al momento del ricovero e della dimissione. Il DRP è stato definito come una prescrizione senza indicazione o un’interazione farmaco-farmaco rilevante o la prescrizione di un farmaco potenzialmente inappropriato o la presenza di una reazione avversa al farmaco. 

Durante 12 mesi sono stati arruolati 411 pazienti con un’età media di 82 anni e sono stati randomizzati 1:1 (gruppo intervento: il paziente veniva seguito da un farmacista ospedaliero per la corretta assunzione della terapia, gruppo controllo no). Il numero mediano di farmaci assunti al momento del ricovero era di 10 (range 5-24), mentre alla dimissione 9 (range 3-21). Nel gruppo di intervento, la percentuale di pazienti con DRP è stata ridotta dall’86,6% al 56,0%; nel gruppo di controllo, dal 76,7% al 76,2%; il punteggio dell’indice di adeguatezza del farmaco è stato ridotto del 56% nel gruppo di intervento e dello 0,2% nel gruppo di controllo; la percentuale di pazienti che ha seguito le raccomandazioni del farmacista è stata dell’80%.

Conclusione: questo studio prospettico controllato ha dimostrato che l’intervento di un farmacista ottimizza la gestione della terapia in un paziente geriatrico politrattato.

link:https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/2042098619843365

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Centro Regionale FarmacoVigilanza Sardegna

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