Introduzione
Gli inibitori dei check point immunitari sono anticorpi monoclonali rivolti contro i linfociti T citotossici associati all’antigene 4 o a cellule apoptotiche di tipo 1 (PD-1) o al loro ligando (PD-L1). Sono usati nella terapia di molte forme neoplastiche con un miglioramento degli outcomes clinici. Tuttavia sono associati ad alti tassi di mortalità. Le reazioni avverse cardiache (miocarditi, pericarditi, alterazioni del sistema di conduzione) sono rare, ma sono associate ad un più alto tasso di mortalità.
Metodi
Dal database Eudravigilance sono stati selezionati 2478 pazienti, in terapia con ICIs (ipilimumab, nivolumab, pembrolizumab, atezolizumab, durvalumab, avelumab, cemiplimab) che sono andati incontro ad eventi avversi in un arco temporale compreso dalla loro data di autorizzazione in commercio sino al 14 marzo 2020; il campione è stato stratificato per età, sesso, eventi avversi, indicazione terapeutica, fonte della segnalazione, area geografica, altri farmaci sospetti per la stessa reazione avversa, farmaci concomitanti. E’ stato calcolato Il Report Odds Ratio ad un intervallo di confidenza del 95% per valutare la frequenza di segnalazione delle reazioni avverse “Disturbi cardiaci” in conseguenza all’utilizzo del singolo ICIs; successivamente sono state confrontate le singole frequenze.
Risultati
Il 76% di tutti i report fu associato all’uso di nivolumab e pembrolizumab, con una maggiore incidenza nella popolazione maschile ed un’età mediana di 69 anni. Gli eventi avversi cardiaci sono stati gravi in più del 99% dei casi e fatali nel 30,1% dei casi. Considerando tali reazioni, in linea con i dati di letteratura, la miocardite è stata la più comune reazione avversa riscontrata (maggiore nella popolazione trattata con nivolumab o con la combinazione nivolumab/ipilumab). Limitazioni allo studio sono date dal database Eudravigilance, dove le reazioni possono essere sotto segnalate e le informazioni possono essere incomplete; inoltre la statistica può essere inficiata dalle caratteristiche epidemiologiche dei tumori, dalla data di immissione in commercio e dai dati di sicurezza del singolo farmaco. Pertanto non può essere stabilito il reale profilo di sicurezza degli ICIs, per cui sarà utile promuovere studi specifici per ogni singolo caso.
Bibliografia:
Mascolo A, Scavone C, Ferrajolo C et al. Immune Checkpoint Inhibitors and Cardiotoxicity: An Analysis of Spontaneous Reports in Eudravigilance. Drug Saf. 2021 Sep;44(9):957-971. doi: 10.1007/s40264-021-01086-8. E’ possibile leggere qui l’articolo completo