Una revisione degli articoli di letteratura, dal 2006 ad oggi, aggiorna i dati relativi a questa classe di farmaci.
Gli inibitori della pompa protonica (IPP) sono ampiamente utilizzati per il trattamento delle patologie acido correlate, spesso a lungo termine, fatto che pone la questione delle potenziali interazioni farmacologiche clinicamente rilevanti, nei pazienti con terapie farmacologiche concomitanti.
Gli autori hanno condotto una revisione approfondita della letteratura, pubblicata dal 2006 ad oggi, che aggiorna le precedenti review sulla base delle nuove acquisizioni relative a questa classe di farmaci.
Sono stati inclusi i recenti studi sulle interazioni farmacologiche, che sono modulate dal pH gastrico. Questi studi hanno dimostrato l’effetto di un aumento del pH intragastrico, indotto dagli IPP, sulla farmacocinetica del micofenolato mofetile, effetto caratterizzato da una diminuzione della massima esposizione e disponibilità dell’acido micofenolico, almeno nella fase iniziale.
Dati successivi al 2006 delineano un’alterata farmacocinetica degli inibitori della proteasi con concomitante esposizione ad IPP.
Nuovi dati per il dexlansoprazolo, recentemente commercializzato, suggeriscono che non ha alcun impatto sulla farmacocinetica del diazepam, della fenitoina, della teofillina e del warfarin.
L’interazione (mediata dal CYP2C19) che sembra esistere tra clopidogrel e omeprazolo o esomeprazolo ha dimostrato di essere clinicamente importante in una ricerca pubblicata fin dalla review del 2006; questo effetto non è visto come un effetto di classe degli inibitori della pompa protonica.
Infine, i dati suggeriscono che la somministrazione concomitante degli IPP con metotressato possono influenzare la farmacocinetica del metotressato, anche se il meccanismo di interazione non è ancora ben noto.
Come è stato illustrato nella revisione precedente, i singoli IPP si differenziano per la loro propensione ad interagire con altri farmaci e per la misura in cui sono stati definiti i loro profili di interazione. I profili di interazione tra omeprazolo e pantoprazolo sodico (pantoprazolo-Na), sono stati studiati più estesamente. Diversi studi hanno dimostrato che l’omeprazolo ha un elevato potenziale di interazioni farmacologiche a causa della sua alta affinità per il CYP2C19 e della moderata affinità per il CYP3A4. Il pantoprazolo-Na sembra avere un minore potenziale di interazioni con altri farmaci. La stessa cosa sembra di poter dire riguardo al lansoprazolo e al rabeprazolo, ma bisogna riconoscere che i loro profili di interazione farmacologica sono meno conosciuti e poco noti sono anche quelli dell’esomeprazolo e del dexlansoprazolo.
Solo poche, delle interazioni farmacologiche che coinvolgono gli IPP, sono di rilevanza clinica. Tuttavia, il potenziale di interazioni farmacologiche dovrebbe essere considerato, quando si sceglie un IPP per gestire le patologie acido correlate. Ciò è particolarmente rilevante per i pazienti anziani in politerapia e per quelli che ricevono una terapia concomitante con un ristretto indice terapeutico.
R. S. Wedemeyer, H. Blume,
Pharmacokinetic Drug Interaction Profiles of Proton Pump Inhibitors: An Update,
Drug Safety April 2014, Volume 37, Issue 4, pp 201-211, DOI 10.1007/s40264-014-0144-0
Link: http://link.springer.com/article/10.1007%2Fs40264-014-0144-0#page-1