Il Journal of American Medical Association ci descrive il modello di processo decisionale ideato dalla Agency for Healthcare Research and Quality per l’utilizzo appropriato degli antibiotici, specialmente in ambito ospedaliero, da parte dei medici prescrittori
Fonte: JAMA
Gli antibiotici salvano un numero incalcolabile di vite umane, ma possono anche essere causa di danni importanti, tra i quali:
- reazioni avverse, comunemente denominate ADR (Adverse Drug Reactions);
- infezioni da Clostridium difficile;
- aumento dell’antibiotico-resistenza;
- alterazione del microbioma (le cui implicazioni stiamo cominciando a intuire da tempi recenti).
C’è un’attenzione crescente all’interno dei sistemi sanitari di tutto il mondo rivolta verso programmi mirati al miglioramento della gestione ospedaliera dell’utilizzo degli antibiotici, ma spesso questi fanno affidamento su azioni di natura restrittiva (es. imponendo una forma di pre-approvazione su ogni singola prescrizione) o di persuasione (es. discussioni con i clinici riguardo alla effettiva necessità di terapie prolungate).
Nonostante il relativo successo di queste strategie, spesso esse dipendono dalla presenza di “motivatori” esterni, ovvero personale addetto, perciò la loro effettiva capacità di influenzare il medico prescrittore al di fuori di specifici contesti rimane quantomeno incerta.
All’interno di questo framework si inserisce il piano per la sicurezza e miglioramento nell’utilizzo di antibiotici sviluppato dalla Agency for Healthcare Research and Quality del governo degli Stati Uniti, che combina teorie basate sul “cambiamento adattativo” (Adaptive Change Theories) con le pratiche di diagnosi e terapia basate sull’evidenza (Evidence Based Medicine).
Questo programma suggerisce di scomporre il processo decisionale del medico prescrittore in 4 fasi distinte, implementando così un approccio strutturato, facile da ricordare, volto a favorire un utilizzo più appropriato dell’antibiotico.
Lo schema è il seguente:
- Fase 1: “Questo paziente presenta un’infezione che richiede il trattamento antibiotico?“
- Fase 2: “Ho fatto richiesta di un antibiogramma prima di somministrare l’antibiotico? Qual è la terapia empirica più appropriata?“
- Fase 3: “È passato qualche giorno. Posso interrompere l’antibiotico? Posso circostanziare la terapia, rendendola più selettiva? Posso passare dalla somministrazione intravenosa alla via orale?“
- Fase 4: “Qual è la durata della terapia più appropriata per questo paziente?“
L’ottimizzazione dell’uso di antibiotici rappresenta un passo essenziale per ridurre il danno correlato alle terapie e limitare il diffondersi dell’antibiotico-resistenza.
I medici in prima linea dovrebbero assumersi il ruolo e la responsabilità di gestire nella maniera più opportuna la somministrazione di antibiotici, anche grazie ad un approccio strutturato, quello appena delineato, che adottato sistematicamente potrebbe migliorare significativamente l’impalcatura alla base dell’antibiotico-terapia. Grazie a questo genere di linee guida possiamo garantire che i clinici, nonché medici prescrittori, siano forniti delle migliori informazioni disponibili, basate sulle più recenti evidenze scientifiche, in ogni fase della cura del paziente.
Tamma PD, Miller MA, Cosgrove SE. Rethinking How Antibiotics Are Prescribed: Incorporating the 4 Moments of Antibiotic Decision Making Into Clinical Practice.
JAMA. 2019;321(2):139–140. doi:10.1001/jama.2018.19509
https://jamanetwork.com/journals/jama/article-abstract/2719862