L’emofilia A acquisita (AHA), una malattia rara ma pericolosa per la vita, si verifica più comunemente nelle persone anziane e durante la gravidanza. Durante la campagna di vaccinazione contro la malattia da coronavirus 2019 (COVID-19), nella pratica clinica è stato identificato un numero inaspettato di pazienti con AHA di nuova diagnosi che erano temporalmente correlati alla vaccinazione COVID-19.
Presentiamo il risultato di un’analisi di rilevamento del segnale volta ad esplorare una possibile associazione tra l’immunizzazione COVID-19 e l’insorgenza di AHA. È stata eseguita un’analisi di sproporzionalità sul database dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per indagare la presenza di un segnale di rischio per l’AHA associato ai vaccini COVID-19. Le segnalazioni di AHA associate a qualsiasi vaccino COVID-19 incluso nel database dell’OMS sono state quindi integrate con quelle disponibili sul sistema di segnalazione degli eventi avversi dei vaccini della Food and Drug Administration e con quelle pubblicate nella letteratura medica. Il database dell’OMS comprendeva 146 segnalazioni di AHA. La componente informativa (IC) è risultata significativa per l’associazione dell’AHA con tutti i vaccini COVID-19 (IC025: 1.1) e con il prodotto vaccinale BNT162b2 (IC025: 1.6). Dopo la doppia esclusione, sono stati esaminati 96 casi unici di AHA a seguito di vaccini COVID-19. Il tempo mediano alla diagnosi è stato di 18 giorni e il 40% dei casi ha documentato l’insorgenza dopo la seconda dose. Complessivamente, nel 57% dei casi indagati, è stata esclusa una condizione preesistente predisponente all’AHA. Circa il 22% dei casi si è verificato in soggetti di età ≤65 anni e non c’è stato alcun caso associato a gravidanza. La mortalità è stata dell’11%. Sebbene non possiamo escludere che la frequenza inaspettata della diagnosi di AHA possa essere spiegata da un bias di rilevamento, il segnale dell’AHA correlato al vaccino COVID-19 è solido e merita ulteriori indagini.
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