Infezioni da virus varicella-zoster in pazienti trattati con fingolimod: la valutazione del rischio e le raccomandazioni per la gestione

 

logo jama 2014Le infezioni da virus varicella-zoster (VZV) sono segnalate in maniera crescente nei pazienti con sclerosi multipla (SM) e costituiscono una fonte di notevole preoccupazione, soprattutto con l’avvento dei nuovi trattamenti modificanti la malattia per il trattamento della sclerosi multipla, che influenzano l’immunità cellulo-mediata.

 

 

Lo studio ha l’obiettivo di valutare l’incidenza, i fattori di rischio e le caratteristiche cliniche delle infezioni da VZV, nei pazienti trattati con fingolimod e fornire le raccomandazioni per la prevenzione e la corretta gestione.

Materiali e metodi

I tassi di infezioni da VZV negli studi clinici su fingolimod si basano sui dati aggregati degli studi completati e controllati di fase 2 e 3 (3.916 partecipanti) e sulle fasi di estensione non controllate e in corso (3.553 partecipanti). Sono stati ammessi a partecipare a questi studi pazienti di sesso maschile e femminile di età compresa tra i 18 e i 55 anni (18-60 anni per gli studi di fase 2) ai quali è stata diagnosticata una SM recidivante-remittente.

Sono stati valutati i tassi di segnalazione post-marketing dal 2010.

Negli studi clinici, i pazienti hanno ricevuto fingolimod al dosaggio di 0,5 o 1,25 mg /die, l’interferone beta-1a o placebo. Nel post-marketing, tutti i pazienti hanno ricevuto fingolimod 0,5 mg /die (esposizione totale di 54.000 pazienti-anni al momento dell’analisi).

Il risultato principale da misurare era il tasso di incidenza dell’infezione da VZV per 1.000 anni-paziente, calcolato in base alle segnalazioni di eventi avversi, negli studi post-marketing.

Risultati

Complessivamente, negli studi clinici, i tassi di infezione da VZV erano bassi, ma superiori con fingolimod rispetto al placebo (11 vs 6 per 1.000 anni-paziente). Un tasso simile è stato confermato negli studi di estensione  tuttora in corso.

I tassi riportati negli studi post-marketing erano comparabili (7 per 1000 anni-paziente) e sono rimasti stabili nel tempo.

La sproporzionalità nel segnalare l’infezione da herpes zoster è risultata maggiore nei pazienti trattati con fingolimod, rispetto a quelli che  hanno ricevuto altri trattamenti modificanti la malattia (media geometrica empirica bayesiana 2.57, IC 90% 2,26-2,91); la percentuale di infezioni gravi da herpes zoster non era superiore alla quota per altri trattamenti (media geometrica empirica bayesiana 1.88, IC 90% 0,87-3,70).

Il trattamento con corticosteroidi per recidive potrebbe essere un fattore di rischio per la riattivazione dell’infezione da VZV.

Conclusioni

I tassi di infezioni da VZV negli studi clinici erano bassi con fingolimod 0,5 mg /die, ma superiori a quelli con  placebo.

I tassi riportati nel post-marketing sono comparabili. Non sono stati trovati segni di accumulo del rischio con esposizione più lunga. I casi gravi o complicati di herpes zoster non erano comuni.

Gli autori consigliano di stabilire lo stato immunitario VZV del paziente prima di iniziare la terapia con fingolimod e l’immunizzazione per i pazienti a rischio di infezione VZV primaria. La profilassi antivirale di routine non è necessaria ma, in caso di concomitante terapia pulsata con corticosteroidi oltre i 3-5 giorni, è richiesta una valutazione individuale del rischio-beneficio.

È importante una vigilanza continua per identificare i primi sintomi di infezione da VZV e consentire un tempestivo trattamento antivirale.

AM Arvin , JS Wolinsky , L Kappos, MI Morris, AT Reder , C Tornatore , A Gershon, M Gershon, MJ Levin , M Bezuidenhoudt, N Putzki .

Varicellazoster virus infections in patients treated with fingolimod: risk assessment and consensus recommendations for management.

JAMA Neurol. 2015 Jan 1;72(1):319. doi: 10.1001/jamaneurol.2014.3065.

Link: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25419615

 

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