Uno studio di coorte retrospettivo basato sulla popolazione calcola il rischio di eventi cardiovascolari o morte, in relazione ai ritardi nella valutazione della strategia terapeutica.
Obiettivi
Lo studio si pone l’obiettivo di individuare il livello ottimale di pressione sistolica al di sopra del quale andrebbe aumentato il dosaggio o aggiunti nuovi farmaci antipertensivi (soglia di intensificazione sistolica) e determinare la relazione trai ritardi nell’intensificazione della terapia ed il rischio di eventi cardiovascolari o morte.
Metodi
Si tratta di uno studio di coorte retrospettivo, che prende in esame le cure primarie nel Regno Unito tra il 1986 ed il 2010.
Sono stati arruolati 88.756 adulti con ipertensione, dal database nazionale Health Improvement Network.
Principali esiti da misurare
Gli autori hanno calcolato i tassi di eventi cardiovascolari acuti o morte per qualsiasi causa, in pazienti con differenti strategie di trattamento dell’ipertensione (definite da soglia di intensificazione sistolica, intervallo di tempo prima dell’intensificazione e intervallo di tempo prima del follow-up nel corso di un periodo di valutazione della strategia di trattamento di 10 anni) dopo l’aggiustamento per età, sesso, abitudine al fumo, deprivazione socio-economica, storia di diabete, malattie cardiovascolari o malattia renale cronica, indice di comorbidità Charlson, indice di massa corporea, tasso di possesso di farmaci e pressione basale.
Risultati
Durante un follow-up medio di 37,4 mesi dopo il periodo di valutazione della strategia di trattamento, 9.985 partecipanti (11,3%) hanno avuto un evento cardiovascolare acuto o morte. Nessuna differenza nel rischio dell’esito è stata osservata per livelli di 130-150 mmHg, mentre livelli ≥150 mmHg sono stati associati a rischio progressivamente maggiore (hazard ratio 1.21, IC 95% 1,13-1,30; P < 0.001 per la soglia di intensificazione di 160 mm Hg).
Il rischio è aumentato progressivamente passando dagli intervalli di tempo più brevi (0-1,4 mesi) a quelli più lunghi prima dell’intensificazione della terapia (hazard ratio 1,12, 1,05-1,20; P = 0,009 per intensificazione tra 1,4 e 4,7 mesi dopo il rilevamento della pressione sanguigna elevata).
Anche gli intervalli di tempo più lunghi prima del follow-up (> 2,7 mesi) sono stati associati ad aumentato rischio (hazard ratio 1,18, 1,11-1,25; P <0.001).
Conclusioni
Livelli di pressione sistolica superiore a 150 mm Hg, ritardi maggiori di 1,4 mesi prima dell’intensificazione della terapia dopo l’aumento della pressione sanguigna sistolica e ritardi superiori a 2,7 mesi prima del follow-up della pressione sanguigna dopo intensificazione dei farmaci antiipertensivi sono stati associati ad aumentato rischio di evento cardiovascolare acuto o morte.
Questi risultati sostengono l’importanza di una tempestiva gestione medica e del follow-up nel trattamento dei pazienti con ipertensione.
W Xu, SI Goldberg, M Shubina, A Turchin.
Optimal systolic blood pressure target, time to intensification, and time to follow-up in treatment of hypertension: population based retrospective cohort study.
BMJ. 2015 Feb 5;350:h158. doi: 10.1136/bmj.h158.
Link: http://www.bmj.com/content/350/bmj.h158