Vaccino per l’influenza stagionale e rischio sindrome di Guillain-Barré

Sono stati analizzati i dati provenienti da una database nazionale francese per stimare il rischio di sindrome di Guillain-Barré (GBS) in seguito alla vaccinazione nei confronti dell’influenza stagionale.

Metodi. Sono stati identificati tutti i casi di GBS che si sono verificati in Francia tra il 1 settembre e il 31 marzo dal 2010 al 2014, sulla base di dati provenienti da un database sanitario nazionale. I dati sono stati analizzati secondo il metodo delle serie di casi auto-controllate. Il periodo di rischio iniziava il giorno 1 dopo che il paziente aveva ricevuto il vaccino (D1) fino a 42 giorni dopo la vaccinazione (D42). L’incidenza di GBS durante tale periodo di rischio era comparato al periodo di controllo (D43-31 Marzo). Il tasso di rischio di incidenza (IRR) è stato stimato dopo aver aggiustato per la stagionalità e per la presenza o no di infezioni acute.

Risultati. Sono stati inclusi nello studio tutti i casi di GBS (3523 casi) che si sono verificati in Francia tra settembre e marzo, nelle stagioni di vaccinazione anti-influenzale dal 2010/2011 al 2013/2014. Tra questi 3523 casi, il 15% dei pazienti (527) aveva ricevuto una vaccinazione per l’influenza. Un totale di 140 pazienti ha sviluppato la GBS durante i 42 giorni che seguono la vaccinazione per l’influenza. Il rischio globale di sviluppare la GBS non era significativamente aumentato durante i 42 giorni che seguivano la vaccinazione per l’influenza (IRR, 1.02; 95% intervallo di confidenza [CI], 0.83–1.25; p = 0.85). Questo risultato rimaneva non significativo dopo aver aggiustato per i mesi del calendario e l’incidenza di infezioni acute gastroenteriche e del tratto respiratorio (IRR, 1.10; 95% CI, 0.89–1.37; p = 0.38). In contrasto, il rischio di GBS era 4 volte più alto dopo un’infezione del tratto respiratorio (IRR, 3.89; 95% CI, 3.52–4.30; p < 0.0001) o in seguito ad un’infezione gastrointestinale (IRR, 3.64; 95% CI, 3.01–4.40; p < 0.0001).

Conclusioni. Non sono state rinvenute associazioni tra la vaccinazione per l’influenza stagionale e la GBS durante i 42 giorni successivi alla vaccinazione. Il rischio di GBS era invece più alto in soggetti che avevano avuto un’infezione del tratto respiratorio o gastrointestinale.

Bibliografia.
Seasonal influenza vaccine and Guillain-Barré syndrome A self-controlled case series studyClémence G. et al., Neurology May 2020, 94 (20) e2168-e2179. E’ possibile leggere gratuitamente l’articolo qui.

Rischio di ospedalizzazione associato con benzodiazepine e z-drugs in Italia: studio multicentrico nei dipartimenti di emergenza.

Introduzione. L’uso inappropriato di benzodiazepine e z-drugs può causare l’insorgenza di eventi avversi che richiedono visite nei dipartimenti di emergenza. Il presente studio ha avuto come obiettivo quello di descrivere le caratteristiche degli eventi avversi correlati all’uso dei BDZ e ZD che hanno condotto a visite e ospedalizzazioni in Italia.

Metodi. Sono stati monitorati 92 dipartimenti di emergenza italiani prendendo in considerazione un periodo tra il 2007 e il 2018. E’ stato calcolato il tasso di visita nei dipartimenti di Emergenza e di ospedalizzazione. La regressione logistica multi-variata è stata usata per stimare l’odd ratio di segnalazione (Reporting odds ratios – RORs) riguardante l’ospedalizzazione. La regressione univariata lineare è stata condotta per valutare il ROR di ospedalizzazione secondo l’emivita plasmatica dei farmaci sospetti.

Risultati. Sono state raccolte un totale di 3203 schede di segnalazione di eventi avversi. Complessivamente, la regressione logistica multivariata ha mostrato che il rischio di ospedalizzazione era più alto per prazepam (3.26 [1.31–8.11]), flurazepam (1.62 [1.15–2.27]) e lorazepam (1.36 [1.15–1.61]). Tra gli anziani, questo rischio era più alto per il prazepam (3.98 [1.03–15.3]) e lorazepam (1.58 [1.19–2.11]). Formulazioni parenterali e rettali erano associate con un più basso rischio di ospedalizzazione paragonato a formulazioni orali.

Conclusioni. I risultati trovati sottolineano il rischio dell’uso di BDZ e ZD in Italia, in particolare in donne e adulti anziani. I clinici dei dipartimenti di emergenza devono sempre tenere in considerazione il più alto rischio in termini di ospedalizzazione correlati all’uso di BDZ e ZD. Il maggior rischio riguarda sopratutto le formulazioni orali, i soggetti esposti a più di un sedativo ipnotico e i pazienti esposti a composti con emivita plasmatica intermedia o lunga.

Bibliografia.

Lombardi N, Bettiol A, Crescioli G, et al. Risk of hospitalisation associated with benzodiazepines and z-drugs in Italy: a nationwide multicentre study in emergency departments [published online ahead of print, 2020 Apr 24]. Intern Emerg Med. L’abstract dell’articolo è presente qui.

Evidenza attuale sull’abuso e il misuso dei gabapentinoidi.

La presente revisione della letteratura riassume l’evidenza attuale riguardo al potenziale di abuso e misuso dei gabapentinoidi, pregabalin e gabapentin.

Sono stati raccolti dati provenienti da studi di farmacovigilanza, studi basati sui registri, questionari, studi di tossicologia clinica. Sono stati analizzati con l’obiettivo di definire il problema dell’abuso e misuso dei gabapentinoidi, identificare i fattori di rischio e discutere i possibili metodi per ridurre il potenziale di abuso e misuso. Vi sono studi che hanno trovato che i gabapentinoidi possiedono un potenziale di abuso e misuso e che individui con una storia di disturbo psichiatrico o un disturbo da uso di sostanza sembrano essere ad alto rischio.

Inoltre, alcune evidenze supportano la nozione che i pazienti che presentano uno disturbo da uso di oppioidi potrebbero essere a maggior rischio di abusare dei gabapentinoidi. Le evidenze disponibili suggeriscono inoltre che l’abuso o il misuso sono più frequenti in coloro che utilizzano il pregabalin rispetto a quelli che usano gabapentin. I professionisti sanitari e i prescrittori dovrebbero essere consapevoli del rischio di misuso del pregabalin e del gabapentin, che potrebbe portare ad abuso di sostanza, dipendenza da sostanza e intossicazione.

I medici prescrittori che trattano pazienti che appartengono a popolazioni a rischio in particolare quelle con disturbi psichiatrici, disturbo da uso di sostanze dovrebbero evitare per quanto possibile di prescrivere pragabalin e gabapentin, e se dovessero prescriverli, dovrebbero monitorare attentamente gli eventuali segni di abuso e misuso in modo da intervenire prontamente per evitare ulteriori danni.

Bigliografia.

Hägg, S., Jönsson, A.K. & Ahlner, J. Current Evidence on Abuse and Misuse of Gabapentinoids. Drug Saf (2020). Leggi l’articolo completo qui.

Associazione tra la somministrazione di corticosteroidi sistemici e mortalità nei pazienti critici malati di COVID-19.

Journal of American Medical Association

Il gruppo di lavoro WHO Rapid Evidence Appraisal for COVID-19 Therapies (REACT) ha appena pubblicato una meta-analisi su JAMA in cui si dimostra un risultato importante per la lotta alla malattia da coronavirus 2019 (COVID-19): la somministrazione di corticosteroidi sistemici, paragonata alla terapia standard o al placebo, è risultata associata con una minore mortalità per tutte le cause a 28 giorni nei pazienti critici affetti da COVID-19.

Dieci anni di vaccinovigilanza in Italia: uno sguardo sui dati di farmacovigilanza dal 2008 al 2017

Un gruppo di ricercatori italiani afferenti all’Università di Verona in collaborazione con l’Agenzia Italiana del Farmaco ha utilizzato il Sistema Italiano di Farmacovigilanza per analizzare le reazioni avverse ai vaccini riportate in un periodo di 10 anni (2008 – 2017).

 

Associazione tra esposizione a inibitori del Tumor Necrosis Factor ed eventi infiammatori del Sistema Nervoso Centrale.

Gli inibitori del Tumor necrosis factor (TNF) sono terapie comuni per alcune malattie autoimmuni, come l’artrite reumatoide. E’ stata postulata un’associazione tra l’esposizione agli inibitori del TNF e l’insorgenza di eventi infiammatori del Sistema Nervoso Centrale (SNC), che tuttavia è poco compresa.

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