Una revisione degli eventi avversi gravi legati agli Agonisti del GLP-1 nel trattamento del diabete mellito di tipo 2 e dell’obesità.

Gli agonisti del “glucagon-like peptide-1” (un ormone naturale indicato con la sigla GLP-1) sono farmaci che svolgono un ruolo chiave nel trattamento del diabete mellito di tipo 2 e dell’obesità, fornendo un controllo glicemico e favorendo la gestione del peso corporeo. Nonostante la loro ampia diffusione, la preoccupazione per possibili eventi avversi gravi, ha stimolato un’ampia ricerca di farmacovigilanza.

Questa revisione si propone di descrivere le attuali conoscenze sugli eventi avversi gravi associati agli agonisti del GLP-1. È stata effettuata una ricerca completa nei database PubMed, Google Scholar ed Embase a partire dal 2010. Sono stati inclusi studi che riportavano prove di un’associazione tra agonisti del GLP-1 ed eventi avversi gravi provenienti da 22 articoli (5 case report, 5 studi randomizzati controllati (RCT), 9 analisi di coorte con dati reali, 2 meta-analisi e 1 revisione sistematica e meta-analisi) e classificati in base al tipo di evento avverso.

Mentre alcuni studi hanno segnalato rischi, tra cui anafilassi, eventi cardiovascolari, gastrointestinali, psichiatrici e legati alla tiroide, altri non hanno trovato associazioni significative.

Le evidenze rimangono contrastanti e richiedono ulteriori ricerche per comprendere appieno il profilo di sicurezza degli agonisti del GLP-1 e aggiungere informazioni importanti nella pratica clinica.

Parole chiave: Agonisti del peptide-1 simile al glucagone (GLP-1); Obesità; Revisione; Eventi avversi gravi; Diabete mellito di tipo 2.

Pharmacol Rep. 2024 Oct;76(5):981-990. doi: 10.1007/s43440-024-00629-x. A review of serious adverse events linked with GLP-1 agonists in type 2 diabetes mellitus and obesity treatment. Mansour Tobaiqy Il Link dove è possibile leggere l’abstract o richiedere l’articolo completo dello studio

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Pancreatite acuta indotta da farmaci: uno studio di farmacovigilanza nel mondo reale utilizzando il database del sistema di segnalazione degli eventi avversi della FDA

L’identificazione e l’interruzione tempestiva del farmaco in causa è la pietra miliare della gestione clinica della Pancreatite Acuta (PA) indotta da farmaci; tuttavia, il panorama completo dei farmaci correlati ad una PA è ancora carente. Per fornire una visione attuale dei farmaci imputati nella PA e in aiuto alla pratica clinica, abbiamo esaminato le segnalazioni di eventi avversi (EA) riferite a PA nel database FAERS (Adverse Event Reporting System) della Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti dal 2004 al 2022 e abbiamo elencato i potenziali farmaci associati a PA e il corrispondente numero di segnalazioni di EA. L’analisi di sproporzionalità è stata utilizzata per rilevare i segnali di reazione avversa ai farmaci (ADR) per ciascun farmaco dell’elenco e la distribuzione dei segnali ADR è stata integrata per valutare il valore del rischio dei farmaci in base ai dati di rilevamento dei segnali ADR.

Nel database FAERS, è stato identificato un totale di 62.206 segnalazioni di reazioni avverse di Pancreatite Acuta e 1.175 farmaci sono stati i farmaci correlati. Nel complesso, la metformina è stata il farmaco con il maggior numero di segnalazioni, seguita da quetiapina, liraglutide, exenatide e sitagliptin.

I farmaci utilizzati per il diabete sono stati la classe di farmaci con il maggior numero di segnalazioni di AE, seguiti da immunosoppressori, antipsicotici, farmaci gastroprotettori e analgesici. Nell’analisi di sproporzionalità, 595 farmaci hanno mostrato un potenziale rischio di PA, mentre 580 farmaci non hanno mostrato alcun segnale positivo di ADR. In base alla distribuzione positiva-negativa del segnale ADR per classi di farmaci, la classe farmacologica con il maggior numero di farmaci positivi è stata quella degli agenti antineoplastici. In questo studio abbiamo fornito l’attuale panorama completo dei farmaci associati a Pancreatite Acuta dal punto di vista della farmacovigilanza, che può fornire informazioni importanti per la pratica clinica.

Parole chiave: Pancreatite Acuta indotta da farmaci; Metformina; Quetiapina; Liraglutide; Exenatide; Sitagliptin

Clin Pharmacol Ther. 2024 Mar;115(3):535-544. doi: 10.1002/cpt.3139. Drug-Induced Acute Pancreatitis: A Real-World Pharmacovigilance Study Using the FDA Adverse Event Reporting System Database. Dongxuan LiHongli Wang Chunmeng Qin Dan Du Yalan Wang Qian DuSongqing Liu

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Prolungamento del QT e torsione di punta indotti da farmaci: uno studio di farmacovigilanza real-world che utilizza il database dell’FDA Adverse Event Reporting System

Introduzione

 Il prolungamento del QT indotto da farmaci e (o) la Torsione di Punta (TdP) sono reazioni avverse gravi (ADR) ben nota per alcuni farmaci, ma attualmente manca un panorama completo e ampiamente riconosciuto dei farmaci colpevoli del prolungamento del QT e della TdP.

Obiettivo

Identificare i principali farmaci associati al prolungamento del QT e alla TdP e fornire informazioni per la pratica clinica.

Metodo

Abbiamo esaminato le segnalazioni relative al prolungamento del QT e alla TdP nel database dell’FDA “Adverse Event Reporting System” (FAERS) dal 1° gennaio 2004 al 31 dicembre 2022 e abbiamo stilato un elenco di farmaci potenzialmente correlati. Sulla base di questo elenco di farmaci, sono stati classificati i farmaci e le classi di farmaci più frequentemente segnalati come associati al prolungamento del QT e della TdP ed è stata condotta l’analisi di sproporzionalità per tutti i farmaci al fine di rilevare il segnale di ADR. Inoltre, in base alla distribuzione positiva-negativa del segnale ADR, abbiamo integrato le caratteristiche di rischio del prolungamento del QT e della TdP in diversi farmaci e classi di farmaci.

Risultati

 Un totale di 42.713 segnalazioni nel database FAERS è stato considerato associato a prolungamento del QT e TdP dal 2004 al 2022.  1.088 farmaci sono stati segnalati come potenzialmente correlati, e il maggior numero di farmaci apparteneva agli antineoplastici. Nel complesso, la furosemide è stato il farmaco più frequentemente segnalato, seguito da acido acetilsalicilico, quetiapina, citalopram, metoprololo. In termini di classi di farmaci, gli antipsicotici sono stati quelli più frequentemente segnalati, seguiti da psicoanalettici, analgesici, agenti beta-bloccanti, farmaci utilizzati contro l’iperacidità gastrica. Nell’analisi di sproporzionalità, 612 farmaci hanno mostrato almeno un segnale ADR positivo.  Citalopram, ondansetron, escitalopram, loperamide e prometazina sono stati i farmaci con il maggior numero di segnali ADR positivi. Tuttavia, la distribuzione positiva-negativa dei segnali ADR tra le diverse classi di farmaci ha mostrato grandi differenze, che rappresentano la differenza di rischio complessivo delle diverse classi di farmaci.

Conclusioni

 Il nostro studio ha fornito una panoramica del mondo reale del prolungamento del QT e della TdP da farmaci. L’elenco dei potenziali farmaci colpevoli, della proporzione di segnalazioni, dei risultati di rilevamento dei segnali ADR e delle caratteristiche di distribuzione dei segnali ADR può aiutare a comprendere il profilo di sicurezza dei farmaci e a ottimizzare la pratica clinica.

Dongxuan Li Shuang ChaiHongli WangJie Dong Chunmeng QinDan Du Yalan WangQian Du Songqing Liu. Drug-induced QT prolongation and torsade de pointes: a real-world pharmacovigilance study using the FDA Adverse Event Reporting System database. Front Pharmacol . 2023 Dec 21:14:1259611. doi: 10.3389/fphar.2023.1259611.

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Bradicardia sintomatica indotta da melatonina in un giovane uomo sano: un case report

La melatonina, un ormone della ghiandola pineale strettamente associato al ritmo circadiano, ha fatto tendenza negli ultimi anni come farmaco da banco per aiutare i disturbi del sonno. Sebbene sia generalmente ritenuta sicura, studi recenti mostrano effetti inotropi e cronotropi negativi sulla frequenza cardiaca e sulla pressione sanguigna nell’uomo. Diversi studi hanno suggerito che la melatonina induce il tono vagale cardiaco e influisce sulla frequenza cardiaca e sulla pressione arteriosa media. Attualmente sono scarsi i dati in letteratura riguardo gli effetti della melatonina su altri organi o apparati.

Presentazione del caso

Riportiamo il caso di un uomo di 22 anni, con anamnesi negativa per patologie, che lavora come ufficiale nell’esercito. Si è presentato al pronto soccorso lamentando palpitazioni e vertigini dopo aver assunto 2 compresse da 10 mg (dose totale di 20 mg) di melatonina. Il paziente ha negato l’assunzione concomitante di altri farmaci o sostanze. Ha riferito un lieve fastidio al petto al momento dell’insorgenza delle palpitazioni, ma ha negato dispnea o qualsiasi precedente storia di palpitazioni o sincope. I sintomi sono iniziati circa 30 minuti dopo l’’assunzione della melatonina.

Durante la visita al pronto soccorso, i parametri vitali del paziente hanno registrato una frequenza cardiaca (FC) di 38 battiti al minuto, una pressione sanguigna di 128/72 mmHg e una saturazione di ossigeno del 100%. La scala del coma di Glasgow (GCS) era 15/15 e il paziente era deambulante. La valutazione neurologica è risultata nella norma, senza segni di atassia o di linguaggio rallentato. La visita cardiologica mostrava toni cardiaci normali con pause libere. È stato eseguito un elettrocardiogramma (ECG) che ha dimostrato una bradicardia sinusale con una frequenza cardiaca di 39 battiti al minuto, insieme a una ripolarizzazione precoce benigna. Gli intervalli e i complessi QRS rientravano nei parametri normali e non vi erano segni evidenti di alterazioni ischemiche o ritardi di conduzione.

Dopo quattro ore di attento monitoraggio, la frequenza cardiaca del paziente è aumentata spontaneamente fino a raggiungere i 50 battiti/minuto e il paziente è rimasto asintomatico per tutta la durata della degenza. L’ECG di controllo effettuato poche ore prima della dimissione ha rivelato una bradicardia sinusale senza anomalie evidenti. Di conseguenza, il paziente è stato dimesso in buone condizioni di salute e programmata una visita cardiologica di controllo. Secondo il cardiologo elettrofisiologo, questi risultati dell’ECG sono indicativi di una condizione normale, considerando che si tratta di un paziente giovane, senza reperti patologici nell’ECG, con risultati ecocardiografici normali e anamnesi familiare negativa per patologie cardiache.

Conclusione

Sebbene la melatonina abbia un numero limitato di effetti collaterali documentati nell’uomo, la sua importanza va oltre il suo ruolo nella regolazione del sonno e il suo potenziale impatto sulla salute cardiovascolare e sui disturbi neurodegenerativi. Questo caso clinico mostra un’associazione degna di nota tra melatonina e bradicardia significativa in adulti precedentemente sani. Il meccanismo effettivo attraverso il quale la melatonina influisce sulla funzione cardiovascolare rimane poco chiaro, sollevando dubbi sul fatto che i suoi effetti siano dovuti a un’azione diretta localizzata o a un coinvolgimento indiretto attraverso i centri di controllo regolatori nell’ipotalamo. La mancanza di effetti collaterali segnalati non indica la loro assenza. Ulteriori ricerche in questo campo prometteranno di sviluppare validi interventi terapeutici per migliorare la  conoscenza e la gestione degli effetti della melatonina sulla salute cardiovascolare.

Alawad A, Sati W, Ahmed SMI, Elgassim M, Elgassim M, Balal A. Melatonin-induced symptomatic bradycardia in an otherwise healthy male: a case report. Oxf Med Case Reports. 2024 Aug 26;2024(8):omae096

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Proteggere i pazienti nell’era dell’IA: L’etica al centro della Farmacovigilanza

L’intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando molti settori, compresa la farmacovigilanza, il campo dedicato alla sicurezza dei farmaci e alla protezione della salute pubblica. Tuttavia, l’impiego dell’IA in questo ambito solleva importanti questioni etiche, tra cui equità, non discriminazione, conformità normativa e responsabilità. Questi aspetti sono cruciali per garantire un utilizzo sicuro ed efficace dell’IA nella sorveglianza dei farmaci.

Vi proponiamo uno studio che analizza le principali sfide etiche legate all’uso dell’intelligenza artificiale nella farmacovigilanza e propone strategie per affrontarle. Vengono esaminati aspetti come la raccolta dei dati, la protezione della privacy, la trasparenza, la responsabilità e l’addestramento dei modelli di IA, con un’attenzione particolare alla spiegabilità delle decisioni automatizzate.

Nel documento vengono identificati approcci responsabili, tra cui l’adozione di un quadro etico e delle migliori pratiche per migliorare l’impiego dell’IA in ambito sanitario. Inoltre, vengono riconosciute iniziative che hanno dimostrato il ruolo fondamentale dell’etica nella farmacovigilanza basata sull’IA.

Nonostante i progressi, permangono esigenze fondamentali come la trasparenza, la responsabilità, la protezione dei dati e l’equità. Questi elementi sottolineano l’importanza della collaborazione per sviluppare un quadro cognitivo che integri un’intelligenza artificiale etica nella farmacovigilanza.

In conclusione, l’innovazione deve essere bilanciata con la responsabilità etica per migliorare gli esiti della salute pubblica e garantire la sicurezza dei pazienti.

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Eventi avversi da farmaci nell’assistenza ambulatoriale.

Vi riportiamo uno studio trasversale mira a stimare la prevalenza e le caratteristiche degli ADEs nel contesto dell’assistenza ambulatoriale, utilizzando i dati derivati dalle cartelle cliniche elettroniche (Electronic Health Records, EHRs). Grazie a un’analisi sistematica basata sui codici ICD-10 e a una revisione dettagliata delle note cliniche, lo studio ha evidenziato l’importanza del monitoraggio e della prevenzione degli ADEs per migliorare la farmacovigilanza e la qualità delle cure ambulatoriali.

Background. Gli eventi avversi da farmaci (ADEs) sono poco studiati nel contesto dell’assistenza ambulatoriale. Il nostro obiettivo è stimare la prevalenza e le caratteristiche degli ADEs nell’assistenza ambulatoriale utilizzando le cartelle cliniche elettroniche (EHRs).

Metodi. Questo studio trasversale ha incluso dati EHR di pazienti che hanno avuto un incontro ambulatoriale presso un centro medico accademico dal 1° ottobre 2018 al 31 dicembre 2019. È stata sviluppata una strategia di campionamento stratificato basata su un set completo di 994 codici ICD-10 correlati agli ADEs per identificare incontri clinici e note potenzialmente contenenti ADEs. All’interno di ciascun gruppo di probabilità ICD-10, le note cliniche sono state campionate casualmente e annotate per relazioni presenti o possibili tra ADE e farmaco, nonché per la gravità. È stata calcolata la prevalenza complessiva stimata degli ADEs nel contesto ambulatoriale. La generalizzabilità dei risultati è stata valutata confrontando le frequenze dei codici ICD-10 con un ampio database commerciale.

Risultati. Lo studio ha incluso 3126 note (incontri unici con pazienti) provenienti da 2882 pazienti unici. Di queste, 1383 note (44,2%) documentavano un ADE presente o possibile (6308 menzioni). Tra i 6038 ADEs menzionati, il 14,1% erano reazioni di ipersensibilità, l’1,1% erano potenzialmente letali, il 22,4% erano gravi e il 60,4% erano significativi. I principali agenti causali includevano anti-infettivi (19,3%), agenti del sistema nervoso centrale (12,8%) e agenti cardiovascolari (11,5%). La prevalenza complessiva degli ADEs documentati nelle note cliniche è stata stimata in 1,97 ogni 100 incontri con pazienti (o 2,52 ogni 100 incontri se si includono gli ADEs possibili).

Conclusioni. Questo studio ha identificato la prevalenza complessiva per incontro degli ADEs nella popolazione ambulatoriale sfruttando i codici ICD-10 e analizzando gli ADEs documentati nelle note cliniche. Comprendere le caratteristiche degli ADEs in un vasto corpus di documentazione ambulatoriale migliora le conoscenze sulla farmacovigilanza, rafforzando la capacità di rilevare, monitorare e prevenire gli ADEs nell’assistenza ambulatoriale.

Plasek JM, Amato MG, Salem A, Foer D, Lipsitz S, Jackson GP, Bates DW, Zhou L. Adverse Drug Events in Ambulatory Care: A Cross-Sectional Study. Drug Saf. 2024 Dec 2. doi: 10.1007/s40264-024-01501-w. Epub ahead of print. PMID: 39621298.

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Sicurezza cardiovascolare degli anticorpi monoclonali anti-CGRP negli anziani o negli adulti, con disabilità, affetti da emicrania.

Questo studio di Coorte retrospettivo ha analizzato i potenziali rischi cardiovascolari associati all’uso di anticorpi monoclonali leganti il GCRP confrontati con quelli della Tossina Botulinica A in pazienti con Emicrania.

Introduzione

Gli anticorpi monoclonali (mAb) leganti il Peptide Correlato al Gene della Calcitonina (CGRP) o il suo recettore (mAb anti-CGRP) offrono un efficace trattamento preventivo specifico per l’emicrania. Tuttavia, esistono preoccupazioni sui potenziali rischi cardiovascolari dovuti al blocco del CGRP.

Obiettivo

Confrontare l’incidenza di malattie cardiovascolari tra i pazienti affetti da emicrania che hanno iniziato gli anticorpi anti-CGRP rispetto all’onabotulinumtoxinA negli Stati Uniti.

Metodi

Questo studio di coorte retrospettivo e sequenziale è stato condotto su un campione di richieste di risarcimento Medicare basato sulla popolazione, rappresentativo a livello nazionale, da maggio 2018 a dicembre 2020. (NdR.Medicare è il programma di assicurazione sanitaria americano per le persone dai 65 anni in su; alcune persone al di sotto di quella età ne possono usufruire fra cui coloro con insufficienze renali e disabilità). L’analisi dei dati è stata eseguita da Agosto a Dicembre 2023.

Questo studio ha incluso beneficiari Medicare con diagnosi di emicrania, di età pari o superiore a 18 anni, che hanno iniziato a utilizzare anticorpi monoclonali anti-CGRP o onabotulinumtoxinA. Sono stati esclusi i beneficiari che avevano una storia di infarto miocardico (IM), ictus, cefalea a grappolo, tumore maligno o con ricovero in hospice entro un periodo basale di 1 anno prima dell’inizio del trattamento.

Per ridurre al minimo i bias derivanti dall’introduzione di nuovi farmaci e i bias legati alla pandemia di COVID-19, sono state stabilite 5 coorti, ciascuna con intervalli di tempo di 6 mesi, in base alla prescrizione iniziale o alla data di utilizzo dei mAbs anti-CGRP o dell’onabotulinumtoxinA.

Risultati principali e analisi dei dati

L’end point primario era il tempo al primo infarto miocardico o ictus. Gli end point secondari includevano crisi ipertensiva, rivascolarizzazione periferica e fenomeno di Raynaud. Il modello di Cox di regressione multipla dei dati è stato utilizzato per confrontare i risultati tra i 2 gruppi di trattamento.

Tra 266.848 pazienti eleggibili con emicrania, 5.153 pazienti hanno iniziato i mAbs anti-CGRP (età media [SD], 57,8 [14,0] anni; 4.308 pazienti di sesso femminile [83,6%]) e 4.000 pazienti hanno iniziato onabotulinumtoxinA (età media [SD], 61,9 [13,7] anni; 3353 pazienti di sesso femminile [83,8%]). L’uso di mAb anti-CGRP non è stato associato ad un aumento del rischio di malattie cardiovascolari (hazard ratio aggiustato [aHR], 0,88; IC al 95%, 0,44-1,77), crisi ipertensiva (aHR, 0,46; IC al 95%, 0,14-1,55 ), rivascolarizzazione periferica (aHR, 1,50; IC al 95%, 0,48-4,73), o Fenomeno di Raynaud (aHR, 0,75; IC al 95%, 0,45-1,24) rispetto a onabotulinumtoxinA. Le analisi dei sottogruppi per fascia di età e presenza di malattie cardiovascolari accertate non legate a infarto miocardico o ictus hanno mostrato risultati simili.

Conclusioni

In questo studio di coorte, nonostante le preoccupazioni iniziali riguardanti gli effetti cardiovascolari del blocco del CGRP, gli mAb anti-CGRP non erano associati a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari rispetto all’onabotulinumtoxinA tra i beneficiari adulti di Medicare con emicrania, che erano prevalentemente anziani o individui con disabilità. Sono necessari studi futuri con periodi di follow-up più lunghi e in altre popolazioni per confermare questi risultati.

JAMA Neurol. 2025 Jan 6. doi: 10.1001/jamaneurol.2024.4537. Epub ahead of print.
Cardiovascular Safety of Anti-CGRP Monoclonal Antibodies in Older Adults or Adults With Disability With Migraine Seonkyeong Yang Yulia Orlova , Haesuk Park , Steven M Smith , Yi Guo Benjamin A Chapin , Debbie L Wilson , Wei-Hsuan Lo-Ciganic 

Leggi qui l’articolo completo.

Chiarimenti sulla gestione delle segnalazioni di sospetta reazione avversa (ADR) da Radiofarmaci

Il 14 gennaio 2025, l’Ufficio Gestione dei Segnali dell’AIFA ha pubblicato un documento per chiarire le procedure di segnalazione delle reazioni avverse (Adr) legate all’uso di radiofarmaci in Italia. I radiofarmaci, utilizzati per scopi diagnostici o terapeutici, sono soggetti a normative specifiche di farmacovigilanza, diverse in base al loro status autorizzativo.

Segnalazione per radiofarmaci con AIC in Italia

  • Le sospette Adr per radiofarmaci con Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC) in Italia devono essere gestite secondo il DM 30 aprile 2015 e normative europee, inserendole nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza (Rnf) o in Eudravigilance (Ev).
  • Per usi speciali autorizzati, va specificato il tipo di utilizzo durante la registrazione.

Radiofarmaci importati o preparati su richiesta

  • Radiofarmaci con AIC estera: poiché non registrati nell’anagrafica nazionale, le segnalazioni di Adr devono essere inviate dai Responsabili Locali di Farmacovigilanza (Rlfv) sia all’azienda titolare dell’AIC estera (per l’inserimento in Ev) sia all’AIFA tramite email, segnalando l’importazione senza AIC nazionale.
  • Radiofarmaci preparati su richiesta medica: per prodotti industriali preparati ai sensi dell’art. 5 del D. Lgs. 219/2006, le segnalazioni vanno inviate via email all’AIFA, indicando la modalità di preparazione.
  • Radiofarmaci galenici magistrali/officinali: le segnalazioni devono essere inviate al Ministero della Salute, responsabile per tali preparazioni.

Queste disposizioni garantiscono il monitoraggio adeguato dei radiofarmaci in base alla loro origine e modalità d’uso.

Leggi qui il chiarimento completo nel sito AIFA.

Reazioni avverse ai farmaci nei bambini: confronto tra le segnalazioni raccolte in un progetto di farmacovigilanza attiva e le segnalazioni di ADR raccolte spontaneamente.

La segnalazione delle ADR nella popolazione pediatrica è importante al fine di aumentare la quantità e qualità di dati sulla sicurezza dei farmaci. Per raccogliere e analizzare le ADR vengono utilizzati approcci metodologici diversi. Vi proponiamo un articolo che confrota le segnalazioni provenienti da un progetto di farmacovigilanza attiva e le segnalazioni di ADR spontanee.

Introduzione. Le reazioni avverse ai farmaci (ADR) e gli errori terapeutici nei bambini possono derivare dalla mancanza di farmaci, dosaggi e forme farmaceutiche specifiche per l’età pediatrica. I bambini possono anche rispondere ai farmaci in modo diverso rispetto agli adulti. La segnalazione delle ADR nella popolazione pediatrica è quindi importante al fine di aumentare la quantità e qualità di dati sulla sicurezza. Inoltre, per raccogliere le ADR vengono utilizzati approcci metodologici diversi.

Obiettivi. Lo scopo del presente studio era di analizzare se vi fossero differenze tra le ADR raccolte nel progetto KiDSafe (un ampio progetto multicentrico di farmacovigilanza attiva volto a migliorare la sicurezza dei farmaci pediatrici) (845 segnalazioni di ADR) rispetto alle segnalazioni di ADR spontanee inviate a EudraVigilance (697 segnalazioni) nello stesso periodo di tempo. Saranno discussi i punti di forza e i limiti di questi due diversi approcci.

Metodi. Gli stessi criteri di inclusione sono stati applicati per le ADR raccolte sistematicamente sia nel progetto KiDSafe che per le segnalazioni spontanee di EudraVigilance. Sono state prese in considerazione solo le segnalazioni di ADR con ricovero. In entrambi i database, sono stati analizzati in modo descrittivo il numero di segnalazioni (correlato al numero di ospedali), la qualità della documentazione (VigiGrade), la relazione causale (criteri World Health Organization-Uppsala Monitoring Centre [WHO-UMC], i farmaci e le ADR segnalate più frequentemente, i parametri demografici dei pazienti, le storie cliniche e la gravità delle ADR. I risultati ottenuti sono stati poi confrontati.

Risultati. Si è riscontrata una notevole sottosegnalazione delle ADR tramite le segnalazioni spontanee (0,4 segnalazioni per ospedale; 697/1902) rispetto alle 70,4 segnalazioni per ospedale (845/12) nelle segnalazioni KiDSafe raccolte sistematicamente. La valutazione della qualità della documentazione ha prodotto risultati simili in entrambi i database. Tra i primi 10 farmaci evidenziati, gli anticonvulsivanti come levetiracetam (6,6%), acido valproico (5,6%), oxcarbazepina (3,6%) e lamotrigina (3,4%) sono stati segnalati principalmente nei rapporti KiDSafe, mentre nei rapporti EudraVigilance, sono stati segnalati preferenzialmente l’estratto allergenico dell’acaro (4,4%) e gli allergeni (3,6%). Le convulsioni sono state le ADR clinicamente specifiche più frequentemente segnalate nelle segnalazioni KiDSafe, mentre le reazioni anafilattiche e l’orticaria sono state prominenti nelle segnalazioni spontanee di EudraVigilance. In particolare, la percentuale di segnalazioni riferite a errori terapeutici e ad altri problemi legati alla sicurezza dei farmaci era più evidente nello studio KiDSafe rispetto alle segnalazioni spontanee (rispettivamente 27,8% contro 12,6% e 46,0% contro 29,0%).

Conclusioni. In generale, le segnalazioni provenienti da entrambe le fonti di dati hanno contribuito all’identificazione delle ADR e di problematiche specifiche legate alla terapia farmacologica. Sono state osservate differenze nei farmaci e nelle reazioni avverse ai farmaci (ADR) segnalate più frequentemente tra le ADR raccolte sistematicamente nel progetto KiDSafe e le segnalazioni spontanee di EudraVigilance, che possono essere correlate alle caratteristiche di ciascun singolo metodo. La raccolta sistematica delle ADR nel progetto KiDSafe ha identificato in particolare errori terapeutici e problemi legati alla sicurezza dei farmaci rispetto alla raccolta spontanea delle ADR. Un approccio combinato potrebbe probabilmente compensare le limitazioni inerenti ai singoli approcci specifici. Negli studi di farmacovigilanza relativa alla popolazione pediatrica sarà di importanza fondamentale l’uso di schede di segnalazione ADR specifiche.

Paediatr Drugs. 2023 Mar;25(2):203-215. Adverse Drug Reactions in Children: Comparison of Reports Collected in a Pharmacovigilance Project Versus Spontaneously Collected ADR Reports Sarah Leitzen , Diana Dubrall , Irmgard Toni , Julia Stingl , Patrick Christ , Ursula Köberle , Matthias Schmid , Antje Neubert , Bernhardt Sachs

Leggi qui l’articolo completo.

Scale di valutazione della causalità, gravità, prevenzione e prevedibilità delle reazioni avverse ai farmaci (ADR): una Review.

Conoscere e applicare gli strumenti per la valutazione del nesso di causalità tra ADR/Eventi avversi (EA) e farmaci è fondamentale per ridurre l’incidenza di tali eventi e minimizzare l’esposizione dei pazienti a potenziali rischi terapeutici. Una Review sui metodi attualmente utilizzati.

Il programma di farmacovigilanza dell’India (PvPI), dal suo inizio ad oggi, ha acquisito la forza e la capacità di portare alla luce le problematiche legate alle reazioni avverse ai farmaci tra la popolazione, gli operatori sanitari, l’industria farmaceutica e il personale medico ospedaliero.

Le reazioni avverse ai farmaci ADR (Adverse Drug Reactions) sono eventi inattesi che si verificano dopo l’esposizione a un farmaco, un prodotto biologico o un dispositivo medico e possono provocare un aumento della morbilità e della mortalità. È fondamentale, quindi, monitorare a lungo termine la sicurezza dei farmaci durante la fase post-marketing per rilevare sia eventi rari che ADR in popolazioni speciali e in pazienti con co-morbidità che di solito non sono inclusi negli studi clinici prima dell’immissione in commercio del farmaco.

L’obiettivo generale della farmacovigilanza è quindi quello di raccogliere tutti i dati di sicurezza e analizzarli. Valutare il nesso di causalità tra ADR e farmaci è necessario per ridurre sia l’insorgenza di nuove ADR che il rischio di sviluppare ADR correlate al farmaco.

Le ADR possono portare ad un aumento della morbilità, aumento delle degenze ospedaliere e aumento del costo del trattamento, con conseguente compromissione della sicurezza del paziente.

La valutazione del nesso di causalità tra evento e farmaco studia la probabilità che un particolare trattamento sia la causa di un evento avverso osservato e stabilire un’associazione causale tra un farmaco e una reazione avversa al farmaco è un passo decisivo per la prevenzione.

I numerosi metodi attualmente disponibili per stabilire una associazione causale tra il farmaco e gli eventi avversi sono stati classificati in giudizio clinico o giudizio degli esperti, algoritmi operativi e metodi probabilistici.

Questi includono il metodo Svedese, la scala del Centro di monitoraggio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità-Uppsala (OMS-UMC), l’algoritmo di Naranjo, l’algoritmo di Kramer, l’algoritmo di Jones, l’algoritmo di Karch, l’algoritmo di Bégaud, le linee guida del Comitato Consultivo sulle ADR, lo strumento diagnostico Bayesiano delle reazioni avverse e così via.

Nonostante i vari metodi disponibili, nessuno degli strumenti di valutazione del nesso di causalità è stato universalmente accettato come Gold Standard.

Tuttavia, l’algoritmo di Naranjo e le scale OMS-UMC sono attualmente i più comunemente utilizzati. Allo stesso modo, per la valutazione della prevenibilità e della gravità delle ADR, le scale più comunemente utilizzate sono quella di Schumock e Thornton e quella di Hartwig e Siegel.

In questa review abbiamo esaminato diversi strumenti e metodi attualmente disponibili per valutare la causalità, la prevenibilità e la gravità delle ADR.

Causality, Severity, Preventability and Predictability Assessments Scales for Adverse Drug Reactions: A Review. Manjhi PK, Singh MP, Kumar M. Cureus. 2024 May 9;16(5):e59975. doi: 10.7759/cureus.59975. eCollection 2024 May. PMID: 38854273 Free PMC article. Review.

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Centro Regionale FarmacoVigilanza Sardegna

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