Segnalazione delle reazioni avverse in Africa

International Journal of Clinical Phamracy

Le reazioni avverse da farmaco (ADR, Adverse Drug Reactions) hanno un peso estremamente rilevante sui sistemi sanitari: secondo un sondaggio del 2007 condotto in Europa, Australia, Canada e Stati Uniti, una percentuale variabile tra il 2.5% e il 30% degli accessi al Pronto Soccorso sono ascrivibili ad ADR, mentre uno studio svolto nel Regno Unito ha mostrato un aumento dagli 8 ai 20 giorni dei tempi medi di degenza in ospedale.

Le politiche di farmacovigilanza a livello internazionale sono coordinate dal Programme for International Drug Monitoring (PIDM) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il cui centro operativo è l’Uppsala Monitoring Centre, in Svezia, che ha la responsabilità di gestire il database internazionale (VigiBase) sulle segnalazioni di ADR inoltrate dalle autorità nazionali.

Uno dei parametri chiave del monitoraggio della sicurezza dei farmaci è rappresentato dalla partecipazione attiva dei governi, delle aziende farmaceutiche, degli operatori sanitari, degli ambienti accademici, dei consumatori e dei media. Tuttavia, i tassi di segnalazione di moltissimi paesi rimangono estremamente bassi, con percentuali di sotto-segnalazione che rasentano il 94%.

La situazione è ancora più drammatica se si prendono in considerazione i paesi in via di sviluppo: di fatto meno dell’1% delle segnalazioni tra il 1992 e il 2015 ha avuto origine nel continente africano, il che non stupisce, se si prendono in considerazione i numerosi fattori in gioco: la mancanza di un’infrastruttura di base, l’inadeguatezza e la scarsa preparazione del personale sanitario, la scarsa conoscenza delle norme di farmacovigilanza e farmacoepidemiologia, gli errori medici e la paura di conseguenze legali, ma anche l’ignoranza dei pazienti, con le rispettive differenze etniche e culturali, e la tendenza a non rivolgersi alle istituzioni sanitarie, l’auto-medicazione, e ancora problemi riguardo la qualità dei prodotti medicali, la contraffazione, la debolezza della struttura amministrativa, delle politiche statali e del contesto legale in genere.

La segnalazione da parte dei cittadini/pazienti si è dimostrata un valido strumento per migliorare la sicurezza dei farmaci, perlomeno nei paesi più sviluppati che hanno saputo implementare politiche sanitarie adeguate.

Uno studio pubblicato recentemente sull’International Journal of Clinical Pharmacy, è andato a identificare le attuali informazioni disponibili riguardo alla segnalazione di ADR da parte dei “consumatori” in Africa (tassi di segnalazione, confronto con operatori sanitari e aziende farmaceutiche, criticità e opportunità), attraverso una revisione della letteratura e delle linee guida, dal 1992 al 2019.

In sintesi, solo 16 Paesi africani hanno implementato politiche sanitarie che accettano segnalazioni da parte dei consumatori, tra cui Algeria, Botswana, Egitto, Etiopia, Gambia, Ghana, Kenya, Liberia, Marocco, Namibia, Nigeria, Ruanda, Sierra Leone, Tanzania, Zambia e Zimbabwe. In Sud Africa il segnalatore deve necessariamente passare attraverso un operatore sanitario (medico, farmacista, infermiere, dentista, veterinario), mentre in Botswana la segnalazione è permessa ma richiede ulteriori informazioni fornite da un medico. Di fatto, dei 36 stati africani membri del PIDM solo 8 permettono la segnalazione diretta da parte dei cittadini, ovvero il 14.2% del totale

C’è una scarsa consapevolezza da parte dei consumatori per quel che riguarda il sistema di farmacovigilanza e la segnalazione; consapevolezza che è aumentata, solo marginalmente, negli ultimi anni. C’è infatti una netta differenza tra il tasso di segnalazione da parte del consumatore nei paesi africani rispetto ai paesi più sviluppati, in rapporto al tasso di segnalazione da parte degli operatori sanitari.

Eppure, come dimostra uno studio effettuato in Danimarca, in confronto ai sanitari, i consumatori tendono ad effettuare un maggior numero di segnalazioni quando le ADR riguardano il Sistema Nervoso Centrale, i disturbi psichiatrici, il sistema riproduttivo e mammario. Essi includono inoltre maggiori informazioni riguardo al grado di severità della reazione e l’impatto sulle attività quotidiane come salire le scale, il sonno, il peso corporeo ed altre problematiche generali.

Si tratta pertanto di una risorsa di fondamentale importanza. Purtroppo, però, ciò si scontra con la scarsa tendenza delle politiche sanitarie di molti paesi africani ad investire nella farmacovigilanza e nella promozione della partecipazione dei cittadini al buon uso del farmaco.

Adedeji-Adenola, H., Nlooto, M. Direct reporting of adverse drug reactions by healthcare consumers in Africa: a narrative review. 
Int J Clin Pharm (2020). https://doi.org/10.1007/s11096-020-01141-x

Campagna FarmacoVigilanza in Sardegna

Campagna segnalazione spontanea

Non si tratta di una prerogativa dei medici o dei farmacisti: chiunque ha la facoltà ed è chiamato ad inviare una segnalazione per una reazione indesiderata ad un farmaco, sia essa grave o meno, agli organi competenti. La si può inviare per noi stessi oppure per una persona di nostra conoscenza.

Possono bastare poche informazioni: anagrafica del paziente (iniziali del nome, età, …), data di insorgenza della reazione, durata, azioni intraprese (es. sospensione del farmaco, accesso al pronto soccorso, …), esito della reazione, nonché i dettagli sul farmaco sospetto (nome, dosaggio, modalità di assunzione, …).

Esistono due modalità per fare una segnalazione:

  1. Collegarsi sul sito web www.vigifarmaco.it
  2. Compilare una scheda di segnalazione ADR per il cittadino o per l’operatore sanitario, quindi inviarla al responsabile locale di farmacovigilanza (per la Sardegna consulta l’elenco)

Campagna ideata e realizzata dal Servizio Farmaceutico Territoriale – ASSL Sassari con la collaborazione della Dott.ssa Marila Camboni (SSFO – Università degli Studi di Sassari

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