AIFA pubblica il Rapporto Vaccini 2021

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Nel 2021, su un totale di circa 20,5 milioni di dosi somministrate in Italia per tutte le tipologie di vaccini – esclusi quelli anti-COVID-19 –  sono state inserite nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza 18.060 segnalazioni, di cui 15.978 si riferiscono a sospetti eventi avversi verificatisi nel 2021,  con un tasso di 78 segnalazioni ogni 100.000 dosi somministrate. Le segnalazioni che riportano reazioni gravi correlabili al vaccino sono state 3,6 per 100.000 dosi.

I dati sono contenuti nel Rapporto Vaccini 2021 che descrive le attività di vaccinovigilanza condotte in Italia dall’Agenzia in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e con il Gruppo di Vaccinovigilanza.

Il Rapporto non include le segnalazioni sui vaccini anti-COVID-19 che sono oggetto di pubblicazioni dedicate.

Il numero di dosi somministrate nel 2021 è paragonabile a quello dell’anno precedente, ma si osserva per tutti i vaccini un incremento complessivo del tasso di segnalazione per dosi somministrate, riconducibile ai progetti di farmacovigilanza attiva promossi dalle Regioni in collaborazione con AIFA.

Il contributo di questi studi, dai quali proviene il 77,1% delle segnalazioni, ha aumentato prevalentemente la frazione delle segnalazioni relative a eventi non gravi. Anche in presenza di una maggiore attenzione alla segnalazione, i tassi relativi alle segnalazioni gravi ritenute correlabili alla vaccinazione non subiscono pertanto sostanziali modifiche rispetto agli anni precedenti e gli eventi avversi gravi restano noti e costanti nel tempo.

Tra le sospette reazioni avverse osservate nel 2021 non sono emersi eventi indesiderati che possano modificare la valutazione del rapporto fra beneficio e rischio dei vaccini utilizzati. Si tratta infatti di reazioni già riportate nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto e nel Foglio Illustrativo dei vaccini autorizzati in Italia. Inoltre, non sono stati osservati raggruppamenti temporali o geografici di segnalazioni, meritevoli di ulteriori approfondimenti.

Oltre all’analisi dettagliata delle sospette reazioni avverse per singola tipologia di vaccino, il Rapporto offre degli approfondimenti con due focus dedicati, rispettivamente, alle vaccinazioni nelle popolazioni fragili e alla vaccinazione contro il papilloma virus e i programmi di screening delle lesioni HPV correlate.

Leggi qui il rapporto vaccini 2021.

Sperimentazioni cliniche decentrate: le Raccomandazioni del Network regolatorio europeo sui medicinali

La Commissione Europea (CE), i Capi delle Agenzie Nazionali (HMA) e l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) hanno pubblicato delle raccomandazioni (“Recommendation paper on decentralised elements in Clinical trials”) che mirano a facilitare la conduzione di sperimentazioni cliniche decentralizzate (DCT), salvaguardando i diritti e il benessere dei partecipanti, nonché la solidità e l’affidabilità dei dati raccolti. Le raccomandazioni sono state coordinate dal Clinical Trials Coordination Group (CTCG), con la partecipazione di rappresentanti delle autorità regolatorie nazionali, membri dei Comitati Etici, ispettori di Buona Pratica Clinica (GCP), esperti di metodologia e rappresentanti delle organizzazioni dei pazienti e includono anche una ricognizione delle disposizioni nazionali su specifici elementi delle DCT.

Il documento rientra tra gli obiettivi dell’iniziativa congiunta “ACT EU” del Network regolatorio (EMRN), lanciata il 31 gennaio 2022, in contemporanea con l’implementazione del nuovo Regolamento, per accelerare le sperimentazioni cliniche nell’Unione Europea.

Le sperimentazioni cliniche decentrate si caratterizzano per una serie di modalità organizzative e strumenti che consentono, per esempio, di ridurre la necessità dei partecipanti di recarsi nei siti di sperimentazione centrali. Ciò è possibile grazie al progresso degli strumenti digitali, e a un’assistenza sanitaria più mobile e locale, che comprendono, tra l’altro, la possibilità di visite sanitarie a domicilio, il monitoraggio e la diagnostica a distanza, la spedizione diretta al paziente dei farmaci in studio e il consenso informato in modalità elettronica.

Questo approccio aiuta quindi a rendere le sperimentazioni cliniche accessibili a un numero più ampio di pazienti e a semplificarne la partecipazione.

Leggi qui le raccomandazioni europee.

AIFA lancia una app per informazioni e notifiche sui farmaci

L’Agenzia Italiana del Farmaco ha rilasciato l’applicazione per dispositivi mobili AIFA Medicinali, pensata come uno strumento pratico e immediato per accedere a informazioni e ricevere notifiche sui farmaci.

L’iniziativa dell’Agenzia – afferma il Direttore Generale, Nicola Magrini – nasce da un’esigenza segnalata dalle stesse associazioni di persone con patologie croniche e invalidanti che ci hanno sollecitato a sviluppare una app per renderli maggiormente in grado di controllare meglio possibili carenze, avere a disposizione strumenti agili per consultare informazioni aggiornate sui farmaci, ricevere prime indicazioni  su ‘Cosa fare quando un farmaco è carente’, avvisi sulla loro disponibilità in commercio. Chiaramente la App AIFA Medicinali mette a disposizione vari strumenti di supporto per la consultazione agile e per favorire l’aderenza alle terapie mediante semplici promemoria che ricordano dosi, tempi, modalità di assunzione e scadenza del farmaco. Abbiamo anche in cantiere un’altra app per la prescrizione degli antibiotici più efficaci, sicuri e a minor rischio di sviluppare resistenze”.

Tra le diverse funzionalità, AIFA Medicinali consente di accedere direttamente alla Banca Dati dei farmaci di AIFA, effettuare ricerche dettagliate sulle singole confezioni, consultare il Foglio Illustrativo (FI) e il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP), visualizzare e verificare lo stato di commercializzazione dei medicinali autorizzati in Italia.

L’app permette di salvare i medicinali tra i “Preferiti”, creare uno o più “armadietti” con i farmaci di utilizzo più frequente e impostare promemoria per l’assunzione dei medicinali, offrendo al paziente o a chi se ne prende cura un supporto nella corretta assunzione delle terapie.

Tramite l’app è possibile essere aggiornati su eventuali carenze dei farmaci di proprio interesse e tenere sotto controllo la scadenza delle confezioni, mediante il servizio di notifica.
L’app permette infine di inserire una o più tessere sanitarie per averle a disposizione in qualsiasi momento sul proprio dispositivo mobile.

Rilasciata in versione BETA, può essere scaricata gratuitamente dagli store ufficiali di Google e Apple accessibili direttamente dai dispositivi tramite le rispettive app Google Play Store e App Store.
Questa app è l’esempio di una collaborazione virtuosa tra le istituzioni e il mondo del volontariato” sottolinea Giovanni Battista Pesce, presidente della Associazione Italiana contro l’epilessia, anche a nome di ANFAS e FISH. “Essa rappresenta un importante segnale di attenzione concreta al tema delle patologie croniche”, conclude Pesce.

Per scaricare l’app:
Google Play Store: https://play.google.com/store/apps/details?id=it.aifa.medicinali
App Store: https://apps.apple.com/it/app/aifa-medicinali/id6444697569

Leggi la notizia originale qui sul sito AIFA.

Leggi qui la pagina con le informazioni sull’App.

È online il Rapporto sulle attività di AIFA nell’emergenza COVID-19

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Il Rapporto “AIFA nell’emergenza COVID-19” ripercorre le attività salienti svolte nel corso della pandemia, da quelle eccezionali dovute ai nuovi e inediti compiti cui l’Agenzia ha dovuto far fronte nell’emergenza, a quelle altrettanto significative che rientrano nelle funzioni tipiche di AIFA e che ne fanno un unicum nel panorama internazionale: dall’autorizzazione di nuovi farmaci al governo della spesa farmaceutica; dal monitoraggio dell’uso nella pratica clinica alla vigilanza su efficacia, qualità e sicurezza dei prodotti in commercio; dall’impegno a garantire i farmaci essenziali e le terapie innovative al contrasto alle carenze di medicinali; dal consolidamento del ruolo internazionale alla promozione dell’informazione e della ricerca clinica indipendente.

Nel corso della pandemia, l’Agenzia, con il supporto della sua Commissione Tecnico-Scientifica (CTS), è stata chiamata a valutare tutte le sperimentazioni cliniche sui medicinali per il COVID-19 e ha favorito, regolamentato e vigilato l’accesso alle terapie potenzialmente utili. Ha gestito l’improvvisa carenza di alcuni farmaci negli ospedali e sul territorio. È stata coinvolta attivamente nella partecipazione dell’Italia ai programmi di acquisto congiunto di farmaci e vaccini avviati dalla Commissione UE per conto degli Stati interessati. Ha autorizzato con rigore e tempestività farmaci e vaccini e monitorato il loro uso e i loro effetti nella pratica clinica.

Un periodo storico straordinario che il Rapporto prova a raccontare condensando in numeri le molteplici attività dei suoi uffici.

“A proposito di straordinarietà delle procedure – ha sottolineato tra l’altro il Direttore Generale Nicola Magrini nell’introduzione al volume – è per me motivo di gratitudine e insieme orgoglio rivendicare qui l’impegno profuso da tutte le strutture dell’Agenzia nel garantire il più rapido accesso a farmaci e vaccini anti-COVID-19 efficaci e sicuri, in costante collegamento col Ministero e le altre componenti del Servizio Sanitario Nazionale, col ricorso a modalità operative del tutto nuove, quali, in maniera esemplare, le continue riunioni della Commissione Tecnico-Scientifica di AIFA, chiamata a valutare tutti i protocolli degli studi clinici sviluppati durante la pandemia”. 

Leggi qui il Rapporto sulle attività AIFA nell’emergenza COVID-19.

Tredicesimo Rapporto AIFA sulla sorveglianza dei vaccini anti-COVID-19

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L’Agenzia Italiana del Farmaco ha pubblicato il tredicesimo Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini anti-COVID-19. I dati raccolti e analizzati riguardano le segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza tra il 27 dicembre 2020 e il 26 settembre 2022 per i vaccini in uso nella campagna vaccinale in corso.

Nel periodo considerato sono pervenute 139.548 segnalazioni su un totale di 140.689.690 di dosi somministrate (tasso di segnalazione di 99 ogni 100.000 dosi), di cui l’81,5% riferite a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari.

Nel terzo trimestre del 2022 i tassi di segnalazione relativi alla 1a dose restano più elevati rispetto alle dosi successive e sono notevolmente più bassi dopo la 4a dose (2a dose booster) per i vaccini per i quali è prevista.

Le segnalazioni gravi corrispondono al 18,5% del totale, con un tasso di 18 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate, in linea con i precedenti Rapporti. Si ricorda che la gravità delle segnalazioni viene definita in base a criteri standardizzati che non sempre coincidono con la reale gravità clinica dell’evento.

Gli eventi avversi più segnalati per tutti i vaccini, indipendentemente dalla gravità, sono febbre, cefalea, dolori muscolari/articolari, brividi, disturbi gastro-intestinali, reazioni vegetative, stanchezza, reazione locale o dolore in sede di iniezione.

Al 26/09/2022, le vaccinazioni con le formulazioni bivalenti aggiornate alle nuove varianti Omicron erano già iniziate ma non si registravano segnalazioni di sospette reazioni avverse.

I dati contenuti in questo Rapporto periodico sono coerenti rispetto a quelli pubblicati fino a oggi e in linea con le informazioni di sicurezza già discusse a livello europeo.

Leggi qui il tredicesimo rapporto AIFA.

L’EMA raccomanda misure per minimizzare il rischio di gravi effetti collaterali con farmaci inibitori della Janus chinasi usati per disturbi infiammatori cronici

Il comitato di sicurezza dell’EMA (PRAC) ha raccomandato misure per minimizzare il rischio di gravi effetti collaterali associati agli inibitori della Janus chinasi (JAK) usati per trattare diversi disturbi infiammatori cronici. Questi effetti collaterali includono condizioni cardiovascolari, coaguli di sangue, cancro e infezioni gravi.

Il comitato ha raccomandato che questi medicinali devono essere indicati nei seguenti pazienti solo se non sono disponibili alternative terapeutiche adeguate: persone di età pari o superiore a 65 anni, persone ad aumentato rischio di gravi problemi cardiovascolari (come infarto o ictus), fumatori o chi lo è stato per molto tempo in passato e persone ad aumentato rischio di cancro.

Il comitato ha inoltre raccomandato l’uso con cautela degli inibitori JAK nei pazienti con fattori di rischio per la formazione di coaguli di sangue nei polmoni e nelle vene profonde (tromboembolia venosa, TEV) diversi da quelli sopra elencati. Inoltre, le dosi devono essere ridotte in alcuni gruppi di pazienti che possono essere a rischio di TEV, cancro o gravi problemi cardiovascolari.

Le raccomandazioni seguono una revisione dei dati disponibili, inclusi i risultati finali di uno studio clinico  sull’inibitore JAK Xeljanz (tofacitinib) e i risultati preliminari di uno studio osservazionale che coinvolge Olumiant (baricitinib), un altro inibitore JAK. Durante la revisione, il PRAC ha chiesto consiglio a un gruppo di esperti reumatologi, dermatologi, gastroenterologi e rappresentanti dei pazienti.

La revisione ha confermato che Xeljanz aumenta il rischio di gravi problemi cardiovascolari, cancro, TEV, infezioni gravi e morte per qualsiasi causa rispetto agli inibitori del TNF-alfa. Il PRAC ha ora concluso che questi risultati sulla sicurezza si applicano a tutte le indicazioni approvate dei JAK inibitori nei disturbi infiammatori cronici (artrite reumatoide, artrite psoriasica, artrite idiopatica giovanile, spondiloartrite assiale, colite ulcerosa, dermatite atopica e alopecia areata).

Le informazioni sul prodotto per gli inibitori JAK utilizzati per il trattamento dei disturbi infiammatori cronici verranno aggiornate con le nuove raccomandazioni e avvertenze. Inoltre, di conseguenza il materiale educazionale per i pazienti e per gli operatori sanitari sarà aggiornato. I pazienti che hanno domande sul trattamento o sul rischio di gravi effetti collaterali devono contattare il proprio medico.

Maggiori informazioni sui medicinali

Gli inibitori della Janus chinasi oggetto di questa revisione sono Cibinqo (abrocitinib), Jyseleca (filgotinib), Olumiant (baricitinib), Rinvoq (upadacitinib) e Xeljanz (tofacitinib). Questi medicinali sono usati per trattare diversi disturbi infiammatori cronici (artrite reumatoide, artrite psoriasica, artrite idiopatica giovanile, spondiloartrite assiale, colite ulcerosa, dermatite atopica e alopecia areata). I principi attivi di questi medicinali agiscono bloccando l’azione degli enzimi noti come Janus chinasi. Questi enzimi svolgono un ruolo importante nel processo di infiammazione che si verifica in questi disturbi. Bloccando l’azione degli enzimi, i medicinali aiutano a ridurre l’infiammazione e altri sintomi di questi disturbi.

Alcuni inibitori della JAK (Jakavi e Inrebic) sono usati per trattare i disturbi mieloproliferativi; la revisione non includeva questi medicinali. La revisione inoltre non ha riguardato l’uso di Olumiant nel trattamento a breve termine di COVID-19, che è in fase di valutazione da parte dell’EMA.

Maggiori informazioni sulla procedura

La revisione degli inibitori JAK nel trattamento dei disturbi infiammatori è stata avviata su richiesta della Commissione Europea (CE) ai sensi dell’articolo 20 del regolamento (CE) n. 726/2004.

La revisione è stata effettuata dal Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (PRAC), il comitato responsabile della valutazione dei problemi di sicurezza dei medicinali per uso umano, che formulerà una serie di raccomandazioni. Le raccomandazioni del PRAC saranno ora inviate al comitato per i medicinali per uso umano (CHMP), responsabile per le questioni relative ai medicinali per uso umano, che emetterà una decisione finale giuridicamente vincolante applicabile in tutti gli Stati Membri dell’UE a tempo debito. La fase finale della procedura di riesame è l’adozione da parte della CE di una decisione giuridicamente vincolante applicabile in tutti gli Stati membri dell’UE.

Leggi qui il comunicato EMA.

Highlights della riunione del Comitato per la valutazione dei rischi in farmacovigilanza (PRAC) del 24 – 27 ottobre 2022

Viene riportato un estratto degli highlights della riunione del Comitato per la valutazione dei rischi in farmacovigilanza (PRAC) del 24-27 ottobre 2022. 

Comirnaty e Spikevax: sanguinamento mestruale abbondante aggiunto come effetto indesiderato
Il PRAC ha raccomandato di aggiungere alle informazioni sul prodotto il sanguinamento mestruale abbondante come effetto indesiderato di frequenza sconosciuta dei vaccini mRNA COVID-19 Comirnaty e Spikevax.

Il sanguinamento mestruale abbondante (mestruazioni abbondanti) può essere definito come un sanguinamento caratterizzato da un aumento del volume e/o della durata che interferisce con la qualità della vita fisica, sociale, emotiva e materiale della persona. Sono stati segnalati casi di forti emorragie mestruali dopo la prima, la seconda e la dose di richiamo di Comirnaty e Spikevax.

Il PRAC ha concluso la valutazione di questo segnale di sicurezza dopo aver esaminato i dati disponibili, inclusi i casi segnalati durante gli studi clinici, i casi segnalati spontaneamente in Eudravigilance e i risultati della letteratura medica.

Dopo aver esaminato i dati, il comitato ha concluso che esiste almeno una ragionevole possibilità che l’insorgenza di forti emorragie mestruali sia causalmente associata a questi vaccini e ha pertanto raccomandato l’aggiornamento delle informazioni sul prodotto.

I dati disponibili esaminati riguardavano principalmente casi che sembravano non gravi e di natura temporanea.

I disturbi mestruali in generale sono abbastanza comuni e possono verificarsi per una vasta gamma di motivi. Ciò include alcune condizioni mediche di base. Qualsiasi persona che soffra di sanguinamento post-menopausale o sia preoccupata per un cambiamento delle mestruazioni dovrebbe consultare il proprio medico.

Non ci sono prove che suggeriscano che i disturbi mestruali sperimentati da alcune donne abbiano un impatto sulla riproduzione e sulla fertilità. I dati disponibili forniscono rassicurazioni sull’uso dei vaccini mRNA COVID-19 prima e durante la gravidanza. Una revisione condotta dalla Task Force di emergenza dell’EMA ha mostrato che i vaccini mRNA COVID-19 non causano complicazioni durante la gravidanza per le future mamme e i loro bambini e sono altrettanto efficaci nel ridurre il rischio di ospedalizzazione e decessi nelle persone in gravidanza come lo sono nelle persone non in gravidanza.

Il Comitato ribadisce che la totalità dei dati disponibili conferma che i benefici di questi vaccini superano di gran lunga i rischi.

Gli operatori sanitari e i pazienti sono incoraggiati a continuare a segnalare casi di forti emorragie mestruali alle autorità nazionali.

Il PRAC continuerà a monitorare i casi relativi a questo evento e comunicherà ulteriori informazioni se sarà necessario emettere nuove raccomandazioni.

Ustekinumab (Stelara): avvertenza sull’uso di vaccini vivi nei neonati le cui madri hanno ricevuto ustekinumab durante la gravidanza
Il PRAC ha raccomandato di inserire un’avvertenza alle informazioni sul prodotto di ustekinumab (Stelara) sull’uso di vaccini vivi nei neonati le cui madri hanno ricevuto ustekinumab durante la gravidanza.

Ustekinumab è autorizzato nell’Unione Europea per il trattamento della psoriasi a placche grave, dell’artrite psoriasica, del morbo di Crohn e della colite ulcerosa.

Le informazioni sul prodotto già riportano l’avvertenza che è preferibile evitare l’uso di ustekinumab durante la gravidanza. Si consiglia alle persone in età fertile di evitare una gravidanza e di utilizzare un metodo contraccettivo adeguato durante l’uso di Stelara e per almeno 15 settimane dopo l’ultimo trattamento con Stelara.

Il comitato ha esaminato le prove disponibili relative all’uso di ustekinumab durante la gravidanza, compresi gli studi osservazionali dell’UE, degli Stati Uniti e del Canada, nonché una revisione cumulativa richiesta al titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio.

Ustekinumab può attraversare la placenta. È stato rilevato nel siero (la componente fluida del sangue) di neonati che sono stati esposti a ustekinumab in utero (neonati le cui madri sono state trattate con il medicinale durante la gravidanza).

Sebbene i dati su ustekinumab siano limitati, il rischio di infezione può aumentare dopo la nascita nei neonati che sono stati esposti a ustekinumab in utero.

Pertanto, il PRAC ha raccomandato che, nei neonati che sono stati esposti a ustekinumab in utero, la somministrazione di vaccini vivi (vaccini prodotti da un virus o un batterio che è stato indebolito) non è raccomandata per sei mesi dopo la nascita o fino a quando i livelli sierici di ustekinumab del neonato non siano rilevabili. In caso di un chiaro beneficio clinico per il singolo neonato, la somministrazione di un vaccino vivo potrebbe essere presa in considerazione prima, se i livelli sierici di ustekinumab del neonato non sono rilevabili.

La raccomandazione del PRAC sarà trasmessa al comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA per l’adozione.

Leggi qui il comunicato EMA.

EMA raccomanda l’approvazione del secondo vaccino Spikevax adattato

Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha raccomandato l’autorizzazione del vaccino anti COVID-19 Spikevax adattato contro le sottovarianti Omicron BA.4 e BA.5, oltre al ceppo originario di SARS-CoV-2.

Il vaccino adattato, Spikevax bivalent Original/Omicron BA.4-5, è raccomandato per gli adulti e i bambini a partire da 12 anni di età che hanno già ricevuto la vaccinazione primaria contro COVID-19. Si tratta del secondo vaccino Spikevax adattato, di cui l’EMA ha raccomandato l’approvazione; nel settembre 2022 era già stato autorizzato Spikevax adattato contro Omicron BA.1 e il ceppo originario.

I vaccini adattati sono vaccini aggiornati nella loro composizione al fine di contrastare in modo più efficace le varianti in circolazione di SARS-CoV-2. Si prevede che possano contribuire ad ampliare la protezione contro diverse varianti e a mantenere una protezione ottimale contro COVID-19 man mano che il virus muta.

Evidenze a sostegno dell’uso di Spikevax bivalent Original/Omicron BA.4-5

Nella decisione di raccomandare l’autorizzazione di Spikevax bivalent Original/Omicron BA.4-5, il CHMP ha tenuto conto di tutti i dati a disposizione su Spikevax e il relativo vaccino adattato, Spikevax bivalent Original/Omicron BA.1, di recente autorizzazione.

Ad eccezione dell’mRNA corrispondente a sottovarianti di Omicron diverse, ma strettamente correlate, i due vaccini presentano la stessa composizione.

Secondo uno studio condotto, una dose di richiamo di Spikevax bivalent Original/Omicron BA.1 ha indotto una risposta immunitaria più forte contro il ceppo originario di SARS-CoV-2 e la sottovariante Omicron BA.1 rispetto a una dose di richiamo del vaccino Spikevax originariamente autorizzato.

Il parere del CHMP relativo a Spikevax bivalent Original/Omicron BA.4-5 si basa altresì sui dati relativi alla qualità e al processo di produzione, stando ai quali il vaccino rispetta gli standard di qualità dell’UE. Inoltre, dati non clinici di laboratorio mostrano che il vaccino adattato è in grado di evocare un’adeguata risposta immunitaria.

Sulla base di tutti questi dati e della simile composizione dei vaccini adattati, il CHMP ha concluso che si prevede che Spikevax bivalent Original/Omicron BA.4-5 sia più efficace rispetto al vaccino originariamente autorizzato nel generare una risposta immunitaria contro le sottovarianti BA.4 e BA.5.

Inoltre, si prevede che il profilo di sicurezza sia comparabile a quello di Spikevax bivalent Original/Omicron BA.1 e a Spikevax originariamente autorizzato, per cui è disponibile una ampia quantità di dati.

Il parere del CHMP su Spikevax bivalent Original/Omicron BA.4-5 sarà trasmesso alla Commissione europea, la quale adotterà una decisione finale.

Uso dei vaccini COVID-19

Insieme al vaccino Spikevax bivalent Original/Omicron BA.1, si prevede che questo nuovo vaccino adattato contribuisca a mantenere una protezione ottimale contro COVID-19 man mano che il virus muta.

L’UE intende disporre di un’ampia gamma di vaccini adattati diretti contro le diverse varianti di SARS-CoV-2, in modo che gli Stati membri possano mettere a punto le rispettive campagne vaccinali ricorrendo a una serie di opzioni diverse. Si tratta di un elemento chiave nella strategia globale di contrasto della pandemia, in quanto non è possibile prevedere come il virus muterà in futuro e quali varianti circoleranno durante l’inverno.

Come tutti i vaccini attualmente autorizzati contro COVID-19, Spikevax continua a essere efficace nel prevenire la forma grave della malattia, il ricovero in ospedale e la morte associati a COVID-19 e continuerà ad essere utilizzato nell’ambito delle campagne di vaccinazione nell’UE, in particolare per il ciclo primario.

Le autorità nazionali degli Stati membri dell’UE stabiliranno chi dovrà ricevere quali vaccini e secondo quali tempistiche, tenendo conto di fattori come i tassi di infezione e di ospedalizzazione, il rischio per le popolazioni vulnerabili, la copertura vaccinale e la disponibilità di vaccini.

Meccanismo d’azione di Spikevax bivalent Original/Omicron BA.4-5

I vaccini adattati hanno un meccanismo d’azione simile ai vaccini originariamente autorizzati, predisponendo l’organismo a difendersi contro SARS-CoV-2.

Spikevax bivalent Original/Omicron BA.4-5 contiene molecole denominate “RNA messaggero” (mRNA) che contengono le istruzioni per ricreare le proteine spike del ceppo originale di SARS-CoV-2 nonché delle sottovarianti Omicron BA.4 e BA.5. La proteina spike è presente sulla superficie del virus e di essa il virus si serve per penetrare all’interno delle cellule umane; tale proteina può differire fra le diverse varianti del virus. Le proteine spike delle sottovarianti Omicron BA.4 e BA.5 sono identiche. Adattando i vaccini, ci si prefigge di ampliare la protezione contro diverse varianti.

Una volta iniettato il vaccino, le cellule dell’organismo della persona vaccinata leggeranno le istruzioni dell’mRNA e produrranno temporaneamente le proteine spike. Il sistema immunitario della persona vaccinata riconoscerà quindi queste proteine come estranee e risponderà producendo le proprie difese naturali, ossia gli anticorpi e le cellule T.

Qualora, in un momento successivo, la persona vaccinata dovesse entrare in contatto con il virus, il sistema immunitario riconoscerà le proteine spike presenti sulla sua superficie e sarà pronto a combattere il virus. Anticorpi e cellule immunitarie possono proteggere contro COVID-19, lavorando insieme per abbattere il virus, prevenirne l’ingresso nelle cellule dell’organismo e distruggere quelle infettate.

Maggiori informazioni sulla procedura

L’azienda che commercializza Spikevax ha presentato una domanda di variazione per modificare l’attuale autorizzazione all’immissione in commercio di Spikevax e includere l’uso di un vaccino adattato contro le sottovarianti Omicron BA.4 e BA.5, oltre al ceppo originario di SARS-CoV-2.

La revisione è stata condotta dal CHMP dell’EMA, responsabile delle questioni relative ai medicinali per uso umano. Il parere del CHMP è stato trasmesso alla Commissione europea, la quale adotterà una decisione finale giuridicamente vincolante e applicabile in tutti gli Stati membri dell’UE.

Leggi qui il comunicato EMA.

EMA raccomanda l’approvazione dei vaccini anti COVID-19 Comirnaty e Spikevax nei bambini a partire dai 6 mesi di età

Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha raccomandato di estendere l’uso di Comirnaty e Spikevax, diretti contro il ceppo originario di SARS-CoV-2. Il CHMP ha raccomandato di includere la somministrazione ai bambini di età compresa tra 6 mesi e 4 anni per Comirnaty, e ai bambini di età compresa tra 6 mesi e 5 anni per Spikevax. Comirnaty e Spikevax sono già stati autorizzati per l’uso negli adulti e nei bambini a partire dai 5 anni di età (Comirnaty) e dai 6 anni di età (Spikevax).

Rispetto alle dosi per le fasce di età già autorizzate , le dosi di entrambi i vaccini per queste nuove fasce di età più giovane saranno inferiori. Nei bambini di età compresa tra 6 mesi e 4 anni, Comirnaty può essere somministrato nell’ambito di un ciclo di vaccinazione primaria costituito da tre dosi (da 3 microgrammi ciascuna); le prime due dosi sono somministrate a distanza di tre settimane l’una dall’altra, mentre la terza dose è somministrata almeno 8 settimane dopo la seconda dose. Nei bambini di età compresa tra 6 mesi e 5 anni, Spikevax può essere somministrato nell’ambito di un ciclo di vaccinazione primaria costituito da due dosi (da 25 microgrammi ciascuna), somministrate a distanza di quattro settimane l’una dall’altra. In queste fasce di età i vaccini sono somministrati tramite iniezione nei muscoli della parte superiore del braccio o della coscia.

Per quanto riguarda Comirnaty, uno studio principale condotto sui bambini di età compresa tra 6 mesi e 4 anni ha mostrato che la risposta immunitaria al vaccino, somministrato a una dose più bassa (3 microgrammi), era paragonabile a quella osservata alla dose più alta (30 microgrammi) somministrata alle persone di età compresa tra 16 e 25 anni. Per quanto riguarda Spikevax, uno studio principale condotto sui bambini di età compresa tra 6 mesi e 5 anni ha mostrato che la risposta immunitaria al vaccino, somministrato a una dose più bassa (25 microgrammi), era paragonabile a quella osservata alla dose più alta (100 microgrammi) somministrata alle persone di età compresa tra 18 e 25 anni. Entrambi gli studi hanno valutato la risposta immunitaria evocata dai vaccini tramite la misurazione dei livelli di anticorpi contro SARS-CoV-2.

Gli effetti indesiderati più comuni osservati per entrambi i vaccini nei bambini di età compresa tra 6 mesi e 4 o 5 anni erano paragonabili a quelli osservati nelle fasce di età maggiori. Irritabilità, sonnolenza, perdita di appetito, eruzione cutanea e dolorabilità nel sito di iniezione sono stati gli effetti indesiderati comuni di Comirnaty nei bambini di età compresa tra 6 e 23 mesi, mentre irritabilità, pianto, perdita di appetito e sonnolenza sono stati gli effetti indesiderati comuni di Spikevax nei bambini di età compresa tra 6 e 36 mesi. Per entrambi i vaccini gli effetti indesiderati sono stati in genere di entità lieve o moderata e sono migliorati entro alcuni giorni dalla vaccinazione.

Pertanto, il CHMP ha ritenuto che i benefici di Comirnaty e Spikevax nei bambini di età compresa tra 6 mesi e 4 o 5 anni sono superiori ai rischi.

La sicurezza e l’efficacia di tali vaccini sia nei bambini sia negli adulti continueranno ad essere monitorate attentamente durante l’utilizzo nelle campagne vaccinali in tutti gli Stati membri dell’UE, attraverso il sistema di farmacovigilanza europeo e tramite studi in corso e aggiuntivi condotti dall’azienda e coordinati dalle autorità europee.

I vaccini originariamente autorizzati, Comirnaty e Spikevax, sono efficaci nel prevenire la forma grave della malattia, il ricovero in ospedale e la morte associati a COVID-19 e continueranno ad essere utilizzati nell’ambito delle campagne di vaccinazione nell’UE, in particolare per il ciclo primario. Le autorità nazionali degli Stati membri dell’UE decideranno a chi raccomandare la vaccinazione e secondo quali tempistiche, tenendo conto di fattori come i tassi di infezione e di ospedalizzazione, il rischio per le popolazioni vulnerabili, la copertura vaccinale e la disponibilità dei vaccini.

La raccomandazione del CHMP sarà trasmessa alla Commissione europea, la quale adotterà una decisione finale applicabile in tutti gli Stati membri dell’UE.

Meccanismo d’azione dei vaccini

Entrambi i vaccini predispongono l’organismo a difendersi contro SARS-CoV-2. Ciascuno di essi contiene una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) che porta con sé le istruzioni per produrre la proteina spike. Si tratta di una proteina presente sulla superficie di SARS-CoV-2 e di cui il virus si serve per penetrare all’interno delle cellule umane.

Una volta iniettato il vaccino, le cellule dell’organismo umano leggeranno le istruzioni dell’mRNA e produrranno temporaneamente la proteina spike. Il sistema immunitario della persona vaccinata riconoscerà questa proteina come estranea e risponderà producendo anticorpi e attivando le cellule T (globuli bianchi) per contrastarla.

Qualora, in un momento successivo, la persona vaccinata dovesse entrare in contatto con SARS-CoV-2, il suo sistema immunitario riconoscerà il virus e sarà in grado di difendere l’organismo.

L’mRNA del vaccino non resta nell’organismo ma si degrada poco dopo la vaccinazione.

Dove reperire maggiori informazioni

Le informazioni sul prodotto approvate dal CHMP per Comirnaty e per Spikevax contengono informazioni sulla prescrizione destinate agli operatori sanitari e il foglio illustrativo per il pubblico.

La relazione di valutazione, contenente i dettagli della valutazione EMA dell’uso di Comirnaty e Spikevax nei bambini a partire dai 6 mesi di età, sarà pubblicata sul sito dell’Agenzia europea.

Gli studi condotti sui bambini sono stati realizzati conformemente al piano d’indagine pediatrica (PIP) di ciascun vaccino, approvato dal Comitato pediatrico (PDCO) dell’EMA. I dati degli studi clinici presentati dalle aziende nella rispettiva domanda di estensione dell’indicazione per l’uso pediatrico saranno pubblicati a tempo debito sulla relativa pagina web dell’Agenzia.

Maggiori informazioni sono disponibili in un documento generale sui vaccini destinato al pubblico, contenente una descrizione dei benefici e dei rischi del vaccino stesso e dei motivi per cui l’EMA ne ha raccomandato l’autorizzazione nell’UE.

Monitoraggio della sicurezza

In linea con il piano di monitoraggio della sicurezza dell’UE per i vaccini per i vaccini anti COVID-19, Comirnaty e Spikevax sono sottoposti ad attento monitoraggio e sono oggetto di attività relative specificamente ai vaccini anti COVID-19. Studi indipendenti sui vaccini anti COVID-19, coordinati dalle autorità dell’UE, forniranno informazioni aggiuntive sulla sicurezza a lungo termine dei vaccini e sui relativi benefici per la popolazione in generale.

Queste misure consentono alle autorità regolatorie di valutare rapidamente i dati provenienti da una serie di fonti diverse e di adottare, se necessario, misure regolatorie adeguate per proteggere la salute pubblica.

Leggi qui il comunicato EMA.

Dichiarazione EMA-HMA sull’intercambiabilità dei medicinali biosimilari nell’UE

L’EMA e l’HMA (Heads of Medicines Agencies, la rete dei Direttori delle Agenzie per i Medicinali) hanno rilasciato una dichiarazione congiunta confermando che i medicinali biosimilari approvati nell’Unione europea (UE) sono intercambiabili con il medicinale di riferimento o con un biosimilare equivalente.

Sebbene l’intercambiabilità dei biosimilari sia già in uso in molti Stati membri, questa posizione comune armonizza l’approccio dell’UE. Inoltre, chiarisce molti aspetti agli operatori sanitari e permette a un maggior numero di pazienti di avere accesso ai medicinali biologici in tutta l’UE.

Un biosimilare è un medicinale biologico molto simile a un altro medicinale biologico già approvato (“medicinale di riferimento”). L’intercambiabilità in questo contesto significa che il medicinale di riferimento può essere sostituito da un biosimilare senza che il paziente subisca modifiche in termini di effetto clinico.

Leggi qui il comunicato EMA.

Leggi qui la dichiarazione congiunta EMA-HMA.

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