Highlights della riunione del Comitato per la valutazione dei rischi in farmacovigilanza (PRAC) 10-13 gennaio 2022

Vaxzevria e vaccino COVID-19 Janssen: aggiornamento su casi molto rari di mielite trasversa

Il PRAC ha raccomandato di modificare il Riassunto sulle Caratteristiche del Prodotto di Vaxzevria e COVID-19 Vaccine Janssen per aggiungere un’avvertenza volta a sensibilizzare gli operatori sanitari e le persone alle quali vengono somministrati tali vaccini sui casi molto rari di mielite trasversa (TM) segnalati dopo la vaccinazione. La TM è stata aggiunta anche come effetto indesiderato con frequenza sconosciuta.

La Mielite Trasversa è una rara condizione neurologica caratterizzata da un’infiammazione di uno o entrambi i lati del midollo spinale. Può causare debolezza alle braccia o alle gambe, sintomi sensoriali (come formicolio, intorpidimento, dolore o perdita della sensazione di dolore) o problemi con la funzionalità della vescica o dell’intestino.

Il Comitato ha esaminato le informazioni disponibili sui casi segnalati a livello globale, compresi quelli presenti nel database europeo per sospetti eventi avversi (EudraVigilance) e i dati della letteratura scientifica, relativi a entrambi i vaccini . Il PRAC ha concluso che una relazione causale tra questi due vaccini e la mielite trasversa è almeno ragionevolmente possibile. Il profilo beneficio-rischio di entrambi i vaccini rimane invariato.

Gli operatori sanitari devono prestare attenzione ai segni e ai sintomi della TM, in modo che sia effettuata una diagnosi precoce, fornendo tempestivamente cure di supporto e trattamento. Si consiglia ai vaccinati di cercare assistenza medica se sviluppano sintomi della condizione.

L’EMA continuerà a monitorare questa problematica e fornirà informazioni aggiornate qualora disponibili.

Vaxzevria: meno casi di trombosi con trombocitopenia segnalati dopo la seconda dose

Il PRAC ha raccomandato di aggiornare il Riassunto sulle Caratteristiche del Prodotto di Vaxzevria per aggiungere ulteriori informazioni sui casi molto rari di trombosi con trombocitopenia (TTS) che si sono verificati in seguito alla vaccinazione.

Una revisione dei dati cumulativi ha evidenziato che la maggior parte degli eventi sospetti di TTS sono stati segnalati globalmente dopo la somministrazione della prima dose. Sono stati osservati meno eventi dopo la seconda dose. Infatti, su 1.809 eventi tromboembolici con trombocitopenia riportati nel mondo, 1.643 sono stati segnalati dopo la prima dose e 166 dopo la seconda dose.

Secondo le attuali indicazioni, la somministrazione di una seconda dose di Vaxzevria è controindicata nelle persone che hanno manifestato TTS in seguito alla vaccinazione con questo vaccino.

Nuove informazioni sulla sicurezza per gli operatori sanitari

Come parte delle sue consulenze sugli aspetti relativi alla sicurezza per altri comitati dell’EMA, il PRAC ha discusso una Nota Informativa Importante rivolta agli operatori sanitari  (NII) contenente importanti informazioni sulla sicurezza per Mavenclad.

Mavenclad: rischio di gravi danni al fegato

Questa NII mira a informare gli operatori sanitari sugli eventi avversi di danno epatico associati a Mavenclad (cladribina) e fornisce nuove raccomandazioni sul monitoraggio della funzionalità epatica.

Mavenclad è un medicinale usato per il trattamento di adulti con forme recidivanti (riacutizzazioni ripetute dei sintomi) di sclerosi multipla, una malattia in cui l’infiammazione danneggia la guaina protettiva attorno alle cellule nervose nel cervello e nel midollo spinale (demielinizzazione). Mavenclad è usato nei pazienti la cui malattia è in forma altamente attiva.

In pazienti trattati con Mavenclad sono stati segnalati danni al fegato, inclusi casi gravi e casi che hanno portato all’interruzione del trattamento. Una recente revisione dei dati di sicurezza disponibili ha concluso su un aumento del rischio di danno epatico in seguito al trattamento con Mavenclad. La maggior parte dei pazienti che hanno subito un danno epatico presentavano sintomi clinici lievi. Tuttavia, in alcuni casi, sono stati descritti livelli transitori elevati di transaminasi enzimatica superiori a 1000 unità per litro e ittero (affezione del fegato che causa, tra l’altro, ingiallimento della pelle e degli occhi).

Il danno epatico sarà incluso nelle informazioni sul prodotto di Mavenclad come reazione avversa al farmaco con frequenza non comune.

Si consiglia agli operatori sanitari di eseguire una valutazione dettagliata della storia clinica del paziente relativa a disturbi epatici sottostanti o episodi di danno epatico associate ad altri medicinali prima di iniziare il trattamento del paziente. Durante il trattamento devono essere eseguiti test di funzionalità epatica e ripetuti se necessario. Nel caso in cui un paziente sviluppi danno epatico, il trattamento con Mavenclad deve essere sospeso o definitivamente interrotto , come appropriato.

I pazienti devono essere avvisati di riferire immediatamente al proprio medico curante qualsiasi segno o sintomo di danno epatico. Gli operatori sanitari sono invitati a segnalare eventuali reazioni avverse sospette tramite il sistema nazionale di segnalazione. La segnalazione di sospette reazioni avverse dopo l’autorizzazione del medicinale è importante per garantire la sicurezza del paziente.

La NII per Mavenclad sarà inoltrata al comitato per i medicinali per uso umano dell’EMA, il CHMP. A seguito della decisione del CHMP, la NII sarà diffusa agli operatori sanitari dal titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio, secondo un piano di comunicazione concordato, e pubblicato sul sito web dell’EMA e nei siti web nazionali degli Stati membri dell’UE.

Leggi qui il comunicato EMA.

AIFA: non esistono antibiotici efficaci per il COVID-19

In merito alle recenti notizie di stampa relative alla carenza dell’azitromicina anche a seguito del suo utilizzo eccessivo e improprio per il COVID-19, AIFA precisa che l’azitromicina, e nessun antibiotico in generale, è approvato, né tantomeno raccomandato, per il trattamento di COVID-19.

Fin dall’inizio della pandemia, AIFA ha scoraggiato fortemente l’uso dell’azitromicina per il COVID. Come ampiamente dimostrato da numerosi e ben condotti studi clinici pubblicati sulle migliori riviste internazionali, non vi è alcuna evidenza che l’utilizzo dell’azitromicina abbia un effetto protettivo sulla evoluzione di COVID-19, né in termini di riduzione della trasmissione, né dei tempi di guarigione, o della mortalità. Esistono evidenze chiare e inequivocabili per non utilizzare più in alcun modo azitromicina o altri antibiotici nel trattamento del COVID-19, come chiaramente indicato da tutte le linee-guida internazionali per il trattamento dell’infezione da SARS-CoV-2.

Si ricorda altresì che gli antibiotici non sono efficaci per il trattamento di nessuna infezione virale, inclusa l’influenza stagionale.

L’uso indiscriminato dell’azitromicina o di ogni altro antibiotico, oltre a non avere alcun fondamento scientifico, espone al duplice rischio di creare condizioni di carenza di antibiotici per i soggetti che ne abbiano effettivamente bisogno per trattare infezioni batteriche e di aumentare il rischio di sviluppo e diffusione di batteri resistenti agli antibiotici. A questo proposito, AIFA chiarisce che, dalle verifiche effettuate, la carenza attuale non deriva da esportazioni o altre anomalie distributive, ma dalla prescrizione del farmaco al di fuori delle indicazioni previste.

Premesso che l’AIFA ha già messo in atto, come sempre in questi casi, tutte le misure di contrasto alla carenza per assicurare il farmaco per gli usi autorizzati, l’Agenzia richiama tutti, prescrittori e cittadini, alla responsabilità di usare le terapie antibiotiche solo ove indicate. Utilizzare gli antibiotici con attenzione e prudenza deve essere un impegno e un dovere per tutti, dai professionisti sanitari alla popolazione generale, come principale arma di contrasto al problema della resistenza agli antibiotici che rappresenta, anch’essa oltre al COVID-19, una delle sfide principali a livello globale sia per la sanità che per l’ecosistema in generale.

Leggi qui il comunicato stampa.

AIFA approva la dose booster con il vaccino Comirnaty per la fascia di età 12-15 anni

La Commissione Tecnico Scientifica (CTS) di AIFA, nella seduta straordinaria del 5 gennaio 2022, su richiesta del Ministero della Salute, ha espresso il proprio parere favorevole sulla possibilità di prevedere una dose booster di vaccino anche per i soggetti di età compresa tra i 12 e i 15 anni. In analogia con quanto già stabilito per la fascia di età 16-17 anni e per i soggetti fragili di 12-15 anni, questo booster dovrà essere effettuato con il vaccino Comirnaty.    
Per quanto riguarda l’intervallo tra il ciclo vaccinale primario e la somministrazione della dose booster, in assenza di dati specifici per questa fascia di età, la CTS ritiene ragionevole mantenere gli stessi criteri adottati negli adulti. Come in ogni altro caso, i dati di efficacia e sicurezza relativi a quest’ulteriore ampliamento saranno oggetto di costante monitoraggio.

Si ribadisce, infine, che l’obiettivo prioritario della campagna vaccinale resta il completamento del ciclo vaccinale primario per tutta la popolazione eleggibile.

Disponibilità di molnupiravir e remdesivir nel trattamento dei pazienti non ospedalizzati per COVID-19 e ad alto rischio di malattia grave

L’Agenzia Italiana del Farmaco rende noto che la sua Commissione Tecnico Scientifica (CTS), nella seduta del 22 dicembre 2021, ha autorizzato due antivirali – molnupiravir e remdesivir – per il trattamento di pazienti non ospedalizzati per COVID-19 con malattia lieve-moderata di recente insorgenza e con condizioni cliniche concomitanti che rappresentino specifici fattori di rischio per lo sviluppo di COVID-19 grave.

Il molnupiravir è un antivirale orale (autorizzato per una distribuzione in condizioni di emergenza con Decreto del Ministero della Salute del 26 novembre 2021) il cui utilizzo è indicato entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi. La durata del trattamento, che consiste nell’assunzione di 4 compresse (da 200 mg) 2 volte al giorno, è di 5 giorni. La determinazione AIFA relativa alle modalità di utilizzo è stata pubblicata il 29 dicembre 2021 sulla Gazzetta Ufficiale ed è efficace dal 30 dicembre. Il molnupiravir sarà distribuito da parte della Struttura Commissariale alle Regioni dal 4 gennaio e per la sua prescrizione è previsto l’utilizzo di un Registro di monitoraggio che sarà presto accessibile online sul sito dell’Agenzia.

Per remdesivir è stata recentemente autorizzata da EMA un’estensione di indicazione relativa al trattamento dei soggetti non in ossigeno-terapia ad alto rischio di COVID-19 grave e il farmaco può essere utilizzato fino a 7 giorni dall’insorgenza dei sintomi. La durata del trattamento, che consiste in una somministrazione endovenosa, è di 3 giorni. Anche per questa nuova indicazione è previsto l’utilizzo di un Registro di monitoraggio.

AIFA approva il vaccino Nuvaxovid (Novavax)

La Commissione Tecnico Scientifica (CTS) di AIFA, nella riunione del 22 dicembre 2021, ha approvato l’utilizzo del vaccino Nuvaxovid (Novavax), rendendolo disponibile nell’intera indicazione autorizzata da EMA per i soggetti di età uguale o superiore ai 18 anni. La vaccinazione prevede un ciclo vaccinale primario di due dosi a distanza di tre settimane l’una dall’altra.
I dati disponibili, rileva la CTS, sul vaccino Nuvaxovid hanno mostrato una efficacia di circa il 90% nel prevenire la malattia COVID-19 sintomatica anche nella popolazione di età superiore ai 64 anni. Il profilo di sicurezza si è dimostrato positivo, con reazioni avverse prevalentemente di tipo locale.

Aggiornamento sul rischio di miocardite e pericardite con vaccini mRNA

Il comitato per la sicurezza dell’EMA (PRAC) ha valutato i dati aggiornati sul rischio noto di miocardite e pericardite in seguito alla vaccinazione con i vaccini COVID-19 Comirnaty e Spikevax che includevano due ampi studi epidemiologici europei. Uno studio è stato condotto utilizzando i dati del sistema sanitario nazionale francese (Epi-phare) e l’altro si è basato sui dati del registro Nordic.

Sulla base dei dati esaminati, il PRAC ha stabilito che il rischio per entrambi questi eventi è complessivamente “molto raro”, il che significa che può essere colpita fino a una persona su 10.000 vaccinata. Inoltre, i dati mostrano che l’aumento del rischio di miocardite dopo la vaccinazione è maggiore nei maschi più giovani. Il PRAC ha pertanto raccomandato di aggiornare le informazioni sul prodotto per riflettere tali dati.

La miocardite e la pericardite possono svilupparsi entro pochi giorni dalla vaccinazione e la maggior parte dei casi si sono manifestati entro 14 giorni. Sono stati osservati più spesso dopo la seconda somministrazione.

Gli studi francese e Nordic forniscono delle stime sul numero di casi di miocardite in eccesso nei maschi più giovani dopo la seconda dose, rispetto a persone non esposte della stessa età e sesso.
La miocardite e la pericardite sono condizioni infiammatorie cardiache che presentano una serie di sintomi, tra cui spesso è presente la mancanza di respiro, il battito cardiaco accelerato che può essere irregolare (palpitazioni) e il dolore toracico. I dati disponibili suggeriscono che il decorso della miocardite e della pericardite dopo la vaccinazione non è diverso dalla miocardite o dalla pericardite nella popolazione generale.

Leggi qui il comunicato EMA.

AIFA approva il vaccino Comirnaty per la fascia di età 5-11 anni

La Commissione Tecnico Scientifica di AIFA (CTS), nella riunione del 1° dicembre 2021, ha approvato l’estensione di indicazione di utilizzo del vaccino Comirnaty (Pfizer) per la fascia di età 5-11 anni, con una dose ridotta (un terzo del dosaggio autorizzato per adulti e adolescenti) e con formulazione specifica.  
La vaccinazione avverrà in due dosi a tre settimane di distanza l’una dall’altra. I dati disponibili – rileva la CTS- dimostrano un elevato livello di efficacia e non si evidenzino al momento segnali di allerta in termini di sicurezza. 
Al fine di evitare possibili errori di somministrazione la CTS raccomanda, per la fascia di età in oggetto, l’uso esclusivo della formulazione pediatrica ad hoc suggerendo quando possibile l’adozione di percorsi vaccinali adeguati all’età. 
Nel parere, la CTS osserva che “sebbene l’infezione da SARS-CoV-2 sia sicuramente più benigna nei bambini, in alcuni casi essa può essere associata a conseguenze gravi, come il rischio di sviluppare la sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-c), che può richiedere anche il ricovero in terapia intensiva”. 
Infine la CTS sottolinea che “la vaccinazione comporta benefici quali la possibilità di frequentare la scuola e condurre una vita sociale connotata da elementi ricreativi ed educativi che sono particolarmente importanti per lo sviluppo psichico e della personalità in questa fascia di età”.

Leggi qui il parere del CTS.

Leggi qui il comunicato stampa AIFA.

Comirnaty, vaccino anti-COVID-19: EMA raccomanda l’approvazione per i bambini di età compresa tra 5 e 11 anni

Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha raccomandato di concedere un’estensione di indicazione per Comirnaty, vaccino anti-COVID-19, in modo da includerne l’uso nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni. Il vaccino, sviluppato da BioNTech e Pfizer, è già approvato per gli adulti e i bambini a partire dai 12 anni di età.

Nella fascia di età 5-11 anni la dose di Comirnaty sarà più bassa rispetto a quella utilizzata nelle persone di età pari o superiore ai 12 anni (10 µg rispetto a 30 µg). Come nel caso della fascia di età ≥12 anni, il vaccino è somministrato come due iniezioni nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di tre settimane l’una dall’altra.

Uno studio principale condotto sui bambini di età compresa tra 5 e 11 anni ha mostrato che la risposta immunitaria a Comirnaty, somministrato a una dose più bassa (10 µg) in questa fascia di età, era paragonabile a quella osservata alla dose più alta (30 µg) nella fascia di età compresa tra 16 e 25 anni (misurata dal livello di anticorpi contro SARS-CoV-2). L’efficacia di Comirnaty è stata calcolata su circa 2000 bambini dai 5 ai 11 anni che non presentavano segni di precedente infezione. I bambini hanno ricevuto il vaccino o placebo (iniezione fittizia). Dei 1305 bambini che hanno ricevuto il vaccino, nessuno ha sviluppato COVID-19, rispetto a 16 bambini su 663 che hanno ricevuto placebo.   Ciò significa che, in questo studio, il vaccino ha avuto un’efficacia del 90.7% nel prevenire la malattia sintomatica (anche se il tasso reale potrebbe essere compreso tra il 67.7% e il 98.3%).

Gli effetti indesiderati più comuni riscontrati nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni sono simili a quelli osservati nelle persone di età pari o superiore a 12 anni. Tra questi figurano dolore nel sito dell’iniezione, stanchezza, mal di testa, arrossamento e gonfiore nel sito dell’iniezione, dolore ai muscoli e brividi. Tali effetti sono in genere di entità lieve o moderata e migliorano entro alcuni giorni dalla vaccinazione.

Pertanto, il CHMP ha ritenuto che i benefici di Comirnaty sono superiori ai rischi nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni , in particolare se presentano condizioni che aumentano il rischio di malattia grave.

La sicurezza e l’efficacia del vaccino sia nei bambini sia negli adulti continueranno ad essere monitorate attentamente durante l’utilizzo nell’ambito delle campagne di vaccinazione in tutti gli Stati membri dell’UE, attraverso il sistema di farmacovigilanza europeo e studi in corso e aggiuntivi condotti dall’azienda e dalle autorità europee.

La raccomandazione del CHMP sarà trasmessa alla Commissione europea, la quale adotterà una decisione finale.

Qual è il meccanismo d’azione di Comirnaty

Comirnaty predispone l’organismo a difendersi contro COVID-19. Contiene una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) che porta con sé le istruzioni per produrre la proteina spike. Si tratta di una proteina presente sulla superficie del virus SARS-CoV-2 e di cui il virus si serve per penetrare all’interno delle cellule umane.

Una volta iniettato il vaccino, le cellule dell’organismo umano leggeranno le istruzioni dell’mRNA e produrranno temporaneamente la proteina spike. Il sistema immunitario della persona vaccinata riconoscerà questa proteina come estranea e risponderà producendo le proprie difese naturali, ossia gli anticorpi e le cellule T.

Qualora, in un momento successivo, la persona vaccinata dovesse entrare in contatto con SARS-CoV-2, il suo sistema immunitario riconoscerà il virus e sarà pronto a combatterlo.

L’mRNA del vaccino non resta nell’organismo ma si degrada poco dopo la vaccinazione.

Dove reperire maggiori informazioni

Le informazioni sul prodotto approvate dal CHMP per Comirnaty contengono informazioni sulla prescrizione destinate agli operatori sanitari, il foglio illustrativo per il pubblico e dettagli sulle condizioni dell’autorizzazione del vaccino.

La relazione di valutazione, contenente i dettagli della valutazione dell’uso di Comirnaty nei bambini, condotta dall’EMA, sarà pubblicata sul sito dell’Agenzia europea.

Gli studi condotti sui bambini sono stati realizzati conformemente al piano d’investigazione pediatrica (PIP) di Comirnaty, approvato dal comitato pediatrico (PDCO) dell’EMA. I dati degli studi clinici presentati dall’azienda nella domanda di estensione dell’indicazione per l’uso pediatrico saranno pubblicati a tempo debito sulla relativa pagina web dell’Agenzia.

Maggiori informazioni sono disponibili in un documento generale sul vaccino destinato al pubblico, contenente una descrizione dei benefici e dei rischi del vaccino stesso e dei motivi per cui l’EMA ne ha raccomandato l’autorizzazione nell’UE.

Monitoraggio della sicurezza di Comirnaty

In linea con il piano di monitoraggio della sicurezza dell’UE per i vaccini COVID-19, Comirnaty è sottoposto ad attento monitoraggio ed è oggetto di attività relative specificamente ai vaccini anti-COVID-19. Sebbene molte persone abbia già ricevuto i vaccini anti-COVID-19, alcuni effetti indesiderati possono ancora emergere a seguito della vaccinazione di un numero ancora più elevato di persone.

BioNTech, l’azienda che commercializza il vaccino nell’UE, dovrà fornire aggiornamenti periodici e condurre studi per monitorare la sicurezza e l’efficacia del vaccino nel momento in cui è somministrato al pubblico. Anche le autorità conducono studi aggiuntivi per il monitoraggio del vaccino.

Queste misure consentono alle autorità regolatorie di valutare rapidamente i dati provenienti da una serie di fonti diverse e di adottare, se necessario, misure regolatorie adeguate per proteggere la salute pubblica.

Leggi qui il comunicato EMA.

Il Centro di Monitoraggio sulla sicurezza dei farmaci di Uppsala pubblica un numero del suo bollettino sulla sicurezza dei vaccini

Mentre la pandemia continua a imperversare, il tema dei vaccini COVID-19 è inevitabile.

Il Centro di Monitoraggio sulla sicurezza dei farmaci di Uppsala ha pubblicato diversi articoli dall’inizio della pandemia notando come il dispiegamento globale di nuovi vaccini ha reso il ruolo della farmacovigilanza più importante che mai. In questo numero del bollettino, un articolo discute della notevole crescita di VigiBase negli ultimi due anni e dimostra fino a che punto la comunità di farmacovigilanza – in particolare i membri del Programma dell’OMS per il monitoraggio internazionale dei farmaci – abbiano risposto alla sfida.

Come spiega in quell’articolo Helena Sköld, VigiBase Manager di UMC, gli sforzi coordinati delle autorità sanitarie di tutto il mondo per promuovere la segnalazione hanno creato una situazione in cui “il monitoraggio della sicurezza può essere effettuato in modi senza precedenti
per scala e velocità”, rendendo possibile “monitorare eventi rari che potrebbero non essere stati identificati negli studi clinici”.

Tuttavia, nonostante la ricchezza di dati disponibili sulla sicurezza, la disinformazione rimane diffusa, ponendo un’importante sfida sulla comunicazione dei temi di salute pubblica. Pertanto, questo numero combina due articoli in cui si discute sul modo con cui parlare responsabilmente dei problemi di sicurezza dei vaccini sia all’interno del comunità di farmacovigilanza che a un pubblico titubante sui vaccini.

Mentre la mancanza di domanda può essere un problema in alcuni luoghi, in altri i vincoli all’offerta stanno creando problemi di sicurezza – e ne abbiamo due esempi esaminando la lotta contro i farmaci e vaccini scadenti e falsificati in Iraq e in America Latina.

Il numero 85 contiene anche un rapporto dal Paraguay, dove si sta sviluppando la tecnologia per aumentare la qualità e la quantità delle segnalazioni, e l’India, dove più parti interessate operano su diversi fronti per costruire una cultura sulla sicurezza del paziente.

Il rapporto si conclude illustrando gli aggiornamenti sulle attività dell’UMC e le direzioni di ricerca.

Leggi qui il bollettino dell’UMC.

Parere della Commissione Tecnico Scientifica di AIFA sulla somministrazione di una dose booster del vaccino Spikevax contro il COVID-19

 La Commissione Tecnico Scientifica di AIFA (CTS), riunita il 28 ottobre 2021, ha espresso il proprio parere sulla somministrazione di una dose booster del vaccino contro il COVID-19 Spikevax (Moderna).  Preso atto della decisione di EMA, la CTS stabilisce di rendere disponibile la dose booster del vaccino Spikevax, a distanza di almeno sei mesi dalla seconda dose, in soggetti di età pari o superiore ai 18 anni. La Commissione ribadisce inoltre che, come già stabilito per la dose booster di Pfizer, tale opportunità dovrebbe essere offerta in via prioritaria ai soggetti già indicati per il vaccino Comirnaty (Pfizer).

La dose booster del vaccino Spikevax sarà inoltre inserita nell’elenco di cui alla L.648/96 per consentirne l’uso eterologo.

Leggi qui il comunicato stampa AIFA.

Leggi qui il parere della CTS di AIFA.

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