Eventi avversi da farmaci nell’assistenza ambulatoriale.

Vi riportiamo uno studio trasversale mira a stimare la prevalenza e le caratteristiche degli ADEs nel contesto dell’assistenza ambulatoriale, utilizzando i dati derivati dalle cartelle cliniche elettroniche (Electronic Health Records, EHRs). Grazie a un’analisi sistematica basata sui codici ICD-10 e a una revisione dettagliata delle note cliniche, lo studio ha evidenziato l’importanza del monitoraggio e della prevenzione degli ADEs per migliorare la farmacovigilanza e la qualità delle cure ambulatoriali.

Background. Gli eventi avversi da farmaci (ADEs) sono poco studiati nel contesto dell’assistenza ambulatoriale. Il nostro obiettivo è stimare la prevalenza e le caratteristiche degli ADEs nell’assistenza ambulatoriale utilizzando le cartelle cliniche elettroniche (EHRs).

Metodi. Questo studio trasversale ha incluso dati EHR di pazienti che hanno avuto un incontro ambulatoriale presso un centro medico accademico dal 1° ottobre 2018 al 31 dicembre 2019. È stata sviluppata una strategia di campionamento stratificato basata su un set completo di 994 codici ICD-10 correlati agli ADEs per identificare incontri clinici e note potenzialmente contenenti ADEs. All’interno di ciascun gruppo di probabilità ICD-10, le note cliniche sono state campionate casualmente e annotate per relazioni presenti o possibili tra ADE e farmaco, nonché per la gravità. È stata calcolata la prevalenza complessiva stimata degli ADEs nel contesto ambulatoriale. La generalizzabilità dei risultati è stata valutata confrontando le frequenze dei codici ICD-10 con un ampio database commerciale.

Risultati. Lo studio ha incluso 3126 note (incontri unici con pazienti) provenienti da 2882 pazienti unici. Di queste, 1383 note (44,2%) documentavano un ADE presente o possibile (6308 menzioni). Tra i 6038 ADEs menzionati, il 14,1% erano reazioni di ipersensibilità, l’1,1% erano potenzialmente letali, il 22,4% erano gravi e il 60,4% erano significativi. I principali agenti causali includevano anti-infettivi (19,3%), agenti del sistema nervoso centrale (12,8%) e agenti cardiovascolari (11,5%). La prevalenza complessiva degli ADEs documentati nelle note cliniche è stata stimata in 1,97 ogni 100 incontri con pazienti (o 2,52 ogni 100 incontri se si includono gli ADEs possibili).

Conclusioni. Questo studio ha identificato la prevalenza complessiva per incontro degli ADEs nella popolazione ambulatoriale sfruttando i codici ICD-10 e analizzando gli ADEs documentati nelle note cliniche. Comprendere le caratteristiche degli ADEs in un vasto corpus di documentazione ambulatoriale migliora le conoscenze sulla farmacovigilanza, rafforzando la capacità di rilevare, monitorare e prevenire gli ADEs nell’assistenza ambulatoriale.

Plasek JM, Amato MG, Salem A, Foer D, Lipsitz S, Jackson GP, Bates DW, Zhou L. Adverse Drug Events in Ambulatory Care: A Cross-Sectional Study. Drug Saf. 2024 Dec 2. doi: 10.1007/s40264-024-01501-w. Epub ahead of print. PMID: 39621298.

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Sicurezza cardiovascolare degli anticorpi monoclonali anti-CGRP negli anziani o negli adulti, con disabilità, affetti da emicrania.

Questo studio di Coorte retrospettivo ha analizzato i potenziali rischi cardiovascolari associati all’uso di anticorpi monoclonali leganti il GCRP confrontati con quelli della Tossina Botulinica A in pazienti con Emicrania.

Introduzione

Gli anticorpi monoclonali (mAb) leganti il Peptide Correlato al Gene della Calcitonina (CGRP) o il suo recettore (mAb anti-CGRP) offrono un efficace trattamento preventivo specifico per l’emicrania. Tuttavia, esistono preoccupazioni sui potenziali rischi cardiovascolari dovuti al blocco del CGRP.

Obiettivo

Confrontare l’incidenza di malattie cardiovascolari tra i pazienti affetti da emicrania che hanno iniziato gli anticorpi anti-CGRP rispetto all’onabotulinumtoxinA negli Stati Uniti.

Metodi

Questo studio di coorte retrospettivo e sequenziale è stato condotto su un campione di richieste di risarcimento Medicare basato sulla popolazione, rappresentativo a livello nazionale, da maggio 2018 a dicembre 2020. (NdR.Medicare è il programma di assicurazione sanitaria americano per le persone dai 65 anni in su; alcune persone al di sotto di quella età ne possono usufruire fra cui coloro con insufficienze renali e disabilità). L’analisi dei dati è stata eseguita da Agosto a Dicembre 2023.

Questo studio ha incluso beneficiari Medicare con diagnosi di emicrania, di età pari o superiore a 18 anni, che hanno iniziato a utilizzare anticorpi monoclonali anti-CGRP o onabotulinumtoxinA. Sono stati esclusi i beneficiari che avevano una storia di infarto miocardico (IM), ictus, cefalea a grappolo, tumore maligno o con ricovero in hospice entro un periodo basale di 1 anno prima dell’inizio del trattamento.

Per ridurre al minimo i bias derivanti dall’introduzione di nuovi farmaci e i bias legati alla pandemia di COVID-19, sono state stabilite 5 coorti, ciascuna con intervalli di tempo di 6 mesi, in base alla prescrizione iniziale o alla data di utilizzo dei mAbs anti-CGRP o dell’onabotulinumtoxinA.

Risultati principali e analisi dei dati

L’end point primario era il tempo al primo infarto miocardico o ictus. Gli end point secondari includevano crisi ipertensiva, rivascolarizzazione periferica e fenomeno di Raynaud. Il modello di Cox di regressione multipla dei dati è stato utilizzato per confrontare i risultati tra i 2 gruppi di trattamento.

Tra 266.848 pazienti eleggibili con emicrania, 5.153 pazienti hanno iniziato i mAbs anti-CGRP (età media [SD], 57,8 [14,0] anni; 4.308 pazienti di sesso femminile [83,6%]) e 4.000 pazienti hanno iniziato onabotulinumtoxinA (età media [SD], 61,9 [13,7] anni; 3353 pazienti di sesso femminile [83,8%]). L’uso di mAb anti-CGRP non è stato associato ad un aumento del rischio di malattie cardiovascolari (hazard ratio aggiustato [aHR], 0,88; IC al 95%, 0,44-1,77), crisi ipertensiva (aHR, 0,46; IC al 95%, 0,14-1,55 ), rivascolarizzazione periferica (aHR, 1,50; IC al 95%, 0,48-4,73), o Fenomeno di Raynaud (aHR, 0,75; IC al 95%, 0,45-1,24) rispetto a onabotulinumtoxinA. Le analisi dei sottogruppi per fascia di età e presenza di malattie cardiovascolari accertate non legate a infarto miocardico o ictus hanno mostrato risultati simili.

Conclusioni

In questo studio di coorte, nonostante le preoccupazioni iniziali riguardanti gli effetti cardiovascolari del blocco del CGRP, gli mAb anti-CGRP non erano associati a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari rispetto all’onabotulinumtoxinA tra i beneficiari adulti di Medicare con emicrania, che erano prevalentemente anziani o individui con disabilità. Sono necessari studi futuri con periodi di follow-up più lunghi e in altre popolazioni per confermare questi risultati.

JAMA Neurol. 2025 Jan 6. doi: 10.1001/jamaneurol.2024.4537. Epub ahead of print.
Cardiovascular Safety of Anti-CGRP Monoclonal Antibodies in Older Adults or Adults With Disability With Migraine Seonkyeong Yang Yulia Orlova , Haesuk Park , Steven M Smith , Yi Guo Benjamin A Chapin , Debbie L Wilson , Wei-Hsuan Lo-Ciganic 

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Chiarimenti sulla gestione delle segnalazioni di sospetta reazione avversa (ADR) da Radiofarmaci

Il 14 gennaio 2025, l’Ufficio Gestione dei Segnali dell’AIFA ha pubblicato un documento per chiarire le procedure di segnalazione delle reazioni avverse (Adr) legate all’uso di radiofarmaci in Italia. I radiofarmaci, utilizzati per scopi diagnostici o terapeutici, sono soggetti a normative specifiche di farmacovigilanza, diverse in base al loro status autorizzativo.

Segnalazione per radiofarmaci con AIC in Italia

  • Le sospette Adr per radiofarmaci con Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC) in Italia devono essere gestite secondo il DM 30 aprile 2015 e normative europee, inserendole nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza (Rnf) o in Eudravigilance (Ev).
  • Per usi speciali autorizzati, va specificato il tipo di utilizzo durante la registrazione.

Radiofarmaci importati o preparati su richiesta

  • Radiofarmaci con AIC estera: poiché non registrati nell’anagrafica nazionale, le segnalazioni di Adr devono essere inviate dai Responsabili Locali di Farmacovigilanza (Rlfv) sia all’azienda titolare dell’AIC estera (per l’inserimento in Ev) sia all’AIFA tramite email, segnalando l’importazione senza AIC nazionale.
  • Radiofarmaci preparati su richiesta medica: per prodotti industriali preparati ai sensi dell’art. 5 del D. Lgs. 219/2006, le segnalazioni vanno inviate via email all’AIFA, indicando la modalità di preparazione.
  • Radiofarmaci galenici magistrali/officinali: le segnalazioni devono essere inviate al Ministero della Salute, responsabile per tali preparazioni.

Queste disposizioni garantiscono il monitoraggio adeguato dei radiofarmaci in base alla loro origine e modalità d’uso.

Leggi qui il chiarimento completo nel sito AIFA.

Medicinali a base di semaglutide: il PRAC sta esaminando il rischio di una patologia oculare rara

Si rende disponibile un estratto degli highlights della riunione del Comitato per la valutazione dei rischi in farmacovigilanza (PRAC) del 13-16 gennaio 2025:

Il PRAC valuterà il rischio di neuropatia ottica ischemica anteriore non arteritica (non-arteritic anterior ischemic optic neuropathy, NAION).
Il comitato per la sicurezza dell’EMA (PRAC) ha avviato una revisione dei medicinali a base di semaglutide a seguito di criticità riguardanti un aumento del rischio di sviluppare NAION, una rara condizione oculare, così come suggeriscono due studi osservazionali recenti, mentre altri due studi osservazionali recenti non evidenziano un aumento di tale rischio.
La semaglutide, un agonista del recettore del peptide-1 glucagone-simile (GLP-1 RA), è il principio attivo di alcuni medicinali impiegati nel trattamento del diabete e dell’obesità (Ozempic, Rybelsus e Wegovy).
Il PRAC sta valutando se i pazienti trattati con semaglutide possano avere un rischio elevato di sviluppare NAION. Si tratta di una patologia causata da un ridotto afflusso di sangue al nervo ottico con potenziale danno al nervo, che può determinare perdita della vista nell’occhio interessato. I pazienti con diabete di tipo 2 potrebbero già avere un rischio intrinseco più elevato di sviluppare questa condizione.
Il PRAC esaminerà ora tutti i dati disponibili su NAION con semaglutide, inclusi i dati derivanti dagli studi clinici, dalla sorveglianza post-marketing, dagli studi sul meccanismo d’azione e dalla letteratura medica (compresi i risultati degli studi osservazionali).
L’EMA rilascerà ulteriori comunicazioni nei tempi appropriati.

Leggi qui l’estratto completo dal sito AIFA:

Reazioni avverse ai farmaci nei bambini: confronto tra le segnalazioni raccolte in un progetto di farmacovigilanza attiva e le segnalazioni di ADR raccolte spontaneamente.

La segnalazione delle ADR nella popolazione pediatrica è importante al fine di aumentare la quantità e qualità di dati sulla sicurezza dei farmaci. Per raccogliere e analizzare le ADR vengono utilizzati approcci metodologici diversi. Vi proponiamo un articolo che confrota le segnalazioni provenienti da un progetto di farmacovigilanza attiva e le segnalazioni di ADR spontanee.

Introduzione. Le reazioni avverse ai farmaci (ADR) e gli errori terapeutici nei bambini possono derivare dalla mancanza di farmaci, dosaggi e forme farmaceutiche specifiche per l’età pediatrica. I bambini possono anche rispondere ai farmaci in modo diverso rispetto agli adulti. La segnalazione delle ADR nella popolazione pediatrica è quindi importante al fine di aumentare la quantità e qualità di dati sulla sicurezza. Inoltre, per raccogliere le ADR vengono utilizzati approcci metodologici diversi.

Obiettivi. Lo scopo del presente studio era di analizzare se vi fossero differenze tra le ADR raccolte nel progetto KiDSafe (un ampio progetto multicentrico di farmacovigilanza attiva volto a migliorare la sicurezza dei farmaci pediatrici) (845 segnalazioni di ADR) rispetto alle segnalazioni di ADR spontanee inviate a EudraVigilance (697 segnalazioni) nello stesso periodo di tempo. Saranno discussi i punti di forza e i limiti di questi due diversi approcci.

Metodi. Gli stessi criteri di inclusione sono stati applicati per le ADR raccolte sistematicamente sia nel progetto KiDSafe che per le segnalazioni spontanee di EudraVigilance. Sono state prese in considerazione solo le segnalazioni di ADR con ricovero. In entrambi i database, sono stati analizzati in modo descrittivo il numero di segnalazioni (correlato al numero di ospedali), la qualità della documentazione (VigiGrade), la relazione causale (criteri World Health Organization-Uppsala Monitoring Centre [WHO-UMC], i farmaci e le ADR segnalate più frequentemente, i parametri demografici dei pazienti, le storie cliniche e la gravità delle ADR. I risultati ottenuti sono stati poi confrontati.

Risultati. Si è riscontrata una notevole sottosegnalazione delle ADR tramite le segnalazioni spontanee (0,4 segnalazioni per ospedale; 697/1902) rispetto alle 70,4 segnalazioni per ospedale (845/12) nelle segnalazioni KiDSafe raccolte sistematicamente. La valutazione della qualità della documentazione ha prodotto risultati simili in entrambi i database. Tra i primi 10 farmaci evidenziati, gli anticonvulsivanti come levetiracetam (6,6%), acido valproico (5,6%), oxcarbazepina (3,6%) e lamotrigina (3,4%) sono stati segnalati principalmente nei rapporti KiDSafe, mentre nei rapporti EudraVigilance, sono stati segnalati preferenzialmente l’estratto allergenico dell’acaro (4,4%) e gli allergeni (3,6%). Le convulsioni sono state le ADR clinicamente specifiche più frequentemente segnalate nelle segnalazioni KiDSafe, mentre le reazioni anafilattiche e l’orticaria sono state prominenti nelle segnalazioni spontanee di EudraVigilance. In particolare, la percentuale di segnalazioni riferite a errori terapeutici e ad altri problemi legati alla sicurezza dei farmaci era più evidente nello studio KiDSafe rispetto alle segnalazioni spontanee (rispettivamente 27,8% contro 12,6% e 46,0% contro 29,0%).

Conclusioni. In generale, le segnalazioni provenienti da entrambe le fonti di dati hanno contribuito all’identificazione delle ADR e di problematiche specifiche legate alla terapia farmacologica. Sono state osservate differenze nei farmaci e nelle reazioni avverse ai farmaci (ADR) segnalate più frequentemente tra le ADR raccolte sistematicamente nel progetto KiDSafe e le segnalazioni spontanee di EudraVigilance, che possono essere correlate alle caratteristiche di ciascun singolo metodo. La raccolta sistematica delle ADR nel progetto KiDSafe ha identificato in particolare errori terapeutici e problemi legati alla sicurezza dei farmaci rispetto alla raccolta spontanea delle ADR. Un approccio combinato potrebbe probabilmente compensare le limitazioni inerenti ai singoli approcci specifici. Negli studi di farmacovigilanza relativa alla popolazione pediatrica sarà di importanza fondamentale l’uso di schede di segnalazione ADR specifiche.

Paediatr Drugs. 2023 Mar;25(2):203-215. Adverse Drug Reactions in Children: Comparison of Reports Collected in a Pharmacovigilance Project Versus Spontaneously Collected ADR Reports Sarah Leitzen , Diana Dubrall , Irmgard Toni , Julia Stingl , Patrick Christ , Ursula Köberle , Matthias Schmid , Antje Neubert , Bernhardt Sachs

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Nota Informativa Importante su Veoza (fezolinetant)

Veoza (fezolinetant): rischio di danno epatico indotto da farmaci e nuove raccomandazioni per il monitoraggio della funzionalità epatica prima e durante il trattamento.

Riassunto 

  • E’ stato osservato grave danno epatico con fezolinetant. 
  • Prima dell’inizio del trattamento con fezolinetant è necessario eseguire test di funzionalità epatica (LFT). Il trattamento con fezolinetant non deve essere iniziato se i livelli sierici di alanina aminotransferasi (ALT) o di aspartato aminotransferasi (AST) sono ≥ 2x ULN o se i livelli di bilirubina totale sono ≥ 2x ULN.
  • Durante i primi tre mesi di trattamento, i LFT devono essere eseguiti ogni mese e successivamente in base al giudizio clinico. I LFT devono essere eseguiti inoltre quando si manifestano sintomi indicativi di danno epatico. 
  • Il trattamento con fezolinetant deve essere sospeso nelle seguenti situazioni:
    • aumento delle transaminasi ≥ 3x ULN con: bilirubina totale > 2x ULN OPPURE se i pazienti sviluppano sintomi di danno epatico;
    • aumenti delle transaminasi > 5x ULN.
  • Il monitoraggio dei LFT deve essere continuato fino alla loro normalizzazione.
  • Si deve raccomandare ai pazienti di vigilare su segni o sintomi che potrebbero essere indicativi di danno epatico come stanchezza, prurito, ittero, urine scure, feci chiare, nausea, vomito, appetito ridotto e/o dolore addominale e di consultare immediatamente il medico se si manifestano.

Leggi qui la Nota Informativa completa.

Scale di valutazione della causalità, gravità, prevenzione e prevedibilità delle reazioni avverse ai farmaci (ADR): una Review.

Conoscere e applicare gli strumenti per la valutazione del nesso di causalità tra ADR/Eventi avversi (EA) e farmaci è fondamentale per ridurre l’incidenza di tali eventi e minimizzare l’esposizione dei pazienti a potenziali rischi terapeutici. Una Review sui metodi attualmente utilizzati.

Il programma di farmacovigilanza dell’India (PvPI), dal suo inizio ad oggi, ha acquisito la forza e la capacità di portare alla luce le problematiche legate alle reazioni avverse ai farmaci tra la popolazione, gli operatori sanitari, l’industria farmaceutica e il personale medico ospedaliero.

Le reazioni avverse ai farmaci ADR (Adverse Drug Reactions) sono eventi inattesi che si verificano dopo l’esposizione a un farmaco, un prodotto biologico o un dispositivo medico e possono provocare un aumento della morbilità e della mortalità. È fondamentale, quindi, monitorare a lungo termine la sicurezza dei farmaci durante la fase post-marketing per rilevare sia eventi rari che ADR in popolazioni speciali e in pazienti con co-morbidità che di solito non sono inclusi negli studi clinici prima dell’immissione in commercio del farmaco.

L’obiettivo generale della farmacovigilanza è quindi quello di raccogliere tutti i dati di sicurezza e analizzarli. Valutare il nesso di causalità tra ADR e farmaci è necessario per ridurre sia l’insorgenza di nuove ADR che il rischio di sviluppare ADR correlate al farmaco.

Le ADR possono portare ad un aumento della morbilità, aumento delle degenze ospedaliere e aumento del costo del trattamento, con conseguente compromissione della sicurezza del paziente.

La valutazione del nesso di causalità tra evento e farmaco studia la probabilità che un particolare trattamento sia la causa di un evento avverso osservato e stabilire un’associazione causale tra un farmaco e una reazione avversa al farmaco è un passo decisivo per la prevenzione.

I numerosi metodi attualmente disponibili per stabilire una associazione causale tra il farmaco e gli eventi avversi sono stati classificati in giudizio clinico o giudizio degli esperti, algoritmi operativi e metodi probabilistici.

Questi includono il metodo Svedese, la scala del Centro di monitoraggio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità-Uppsala (OMS-UMC), l’algoritmo di Naranjo, l’algoritmo di Kramer, l’algoritmo di Jones, l’algoritmo di Karch, l’algoritmo di Bégaud, le linee guida del Comitato Consultivo sulle ADR, lo strumento diagnostico Bayesiano delle reazioni avverse e così via.

Nonostante i vari metodi disponibili, nessuno degli strumenti di valutazione del nesso di causalità è stato universalmente accettato come Gold Standard.

Tuttavia, l’algoritmo di Naranjo e le scale OMS-UMC sono attualmente i più comunemente utilizzati. Allo stesso modo, per la valutazione della prevenibilità e della gravità delle ADR, le scale più comunemente utilizzate sono quella di Schumock e Thornton e quella di Hartwig e Siegel.

In questa review abbiamo esaminato diversi strumenti e metodi attualmente disponibili per valutare la causalità, la prevenibilità e la gravità delle ADR.

Causality, Severity, Preventability and Predictability Assessments Scales for Adverse Drug Reactions: A Review. Manjhi PK, Singh MP, Kumar M. Cureus. 2024 May 9;16(5):e59975. doi: 10.7759/cureus.59975. eCollection 2024 May. PMID: 38854273 Free PMC article. Review.

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Sicurezza a lungo termine di Teriflunomide nei pazienti con sclerosi multipla: risultati di studi comparativi prospettici in tre paesi europei.

Vi proponiamo uno studio che ha esaminato la sicurezza a lungo termine di teriflunomide, una terapia modificante la malattia per la sclerosi multipla, utilizzando dati provenienti da registri sanitari di tre paesi europei (Danimarca, Francia e Belgio).

Background e obiettivi: Teriflunomide è una terapia modificante la malattia (DMT) per la sclerosi multipla (SM). Questo studio di sicurezza post-autorizzazione ha valutato i rischi di eventi avversi di interesse speciale (AESI) associati all’uso di teriflunomide.

Metodi: Uso secondario dei dati individuali dal Registro Danese della SM (DMSR), dal Sistema Nazionale di Dati Sanitari Francese (SNDS), dal database nazionale belga delle richieste sanitarie (AIM-IMA) e dal Registro dei Trattamenti nella SM del Belgio (Beltrims). Sono stati inclusi pazienti trattati con una DMT alla data di rimborso di teriflunomide o all’inizio di un altro DMT. I tassi di rischio aggiustati (aHR) e gli intervalli di confidenza al 95% sono stati derivati dai modelli di Cox con esposizione dipendente dal tempo, confrontando il trattamento con teriflunomide con un altro DMT.

Risultati: Dei 81.620 pazienti (72% donne) inclusi nella coorte, 22.324 (27%) sono stati trattati con teriflunomide. Dopo un follow-up mediano di 4 anni, l’uso di teriflunomide rispetto ad altri DMT non è stato associato a un rischio di mortalità per tutte le cause, infezioni gravi, polmonite, riattivazione dell’herpes zoster, pancreatite, malattie cardiovascolari e tumori. Per le infezioni opportunistiche, l’aHR per teriflunomide rispetto ad altri DMT è stato 2,4 (1,2-4,8) nel SNDS, senza associazione con un particolare agente opportunistico. L’aHR è stato 2,0 (1,1-3,7) per insufficienza renale nel SNDS, ma non è stata trovata alcuna associazione in altre fonti di dati. Un totale di 187 pazienti del SNDS aveva una storia di insufficienza renale prima dell’ingresso nella coorte. Nessuno di questi pazienti (0%) ha avuto una recidiva di insufficienza renale quando trattato con teriflunomide, rispetto alle 19 (13%) recidive riportate per i pazienti trattati con un altro DMT.

Discussione: Non sono emerse prove che l’uso di teriflunomide sia associato a un aumento del rischio di AESI

Errori di somministrazione dei farmaci nei reparti pediatrici

Vi presentiamo uno studio che ha esaminato i fattori associati agli errori di somministrazione dei farmaci (MAEs) nei reparti pediatrici ospedalieri, concentrandosi su infermieri, farmaci e ambiente di lavoro.

Introduzione: Esistono poche evidenze riguardo agli errori di somministrazione dei farmaci (MAEs) nei reparti pediatrici generali o sui fattori di rischio ad essi associati.

Obiettivo: L’obiettivo di questo studio è stato identificare i fattori legati agli infermieri, ai farmaci e all’ambiente di lavoro associati agli errori di somministrazione dei farmaci nei pazienti pediatrici ricoverati.

Metodi: Si è trattato di uno studio prospettico e osservazionale diretto su 298 infermieri in un ospedale pediatrico di riferimento a Sydney, in Australia. Osservatori formati hanno registrato i dettagli di 5137 dosi preparate e somministrate a 1530 bambini tra le 07:00 e le 22:00 nei giorni feriali e nel fine settimana. I dati delle osservazioni sono stati confrontati con le cartelle dei farmaci per identificare gli errori. Sono stati valutati gli errori clinici, la gravità potenziale e il danno effettivo. Sono state raccolte anche informazioni sulle caratteristiche degli infermieri (ad esempio, età, sesso, esperienza), sul tipo di farmaco (via di somministrazione, farmaci ad alto rischio, uso di solventi/diluenti) e sulle variabili legate al lavoro (ad esempio, orario di somministrazione, giorni feriali/fine settimana, uso di un sistema elettronico di gestione dei farmaci [eMM], presenza di un genitore/caregiver). I modelli multivariati hanno valutato i fattori di rischio per gli errori di somministrazione, gli errori per via di somministrazione, gli errori potenzialmente gravi e gli errori che coinvolgono farmaci ad alto rischio o che causano danni effettivi.

Risultati: Gli errori si sono verificati nel 37,0% (n = 1899; intervallo di confidenza [IC] 95% 35,7–38,3) delle somministrazioni, di cui il 25,8% (n = 489; IC 95% 23,8–27,9) è stato classificato come potenzialmente grave. Le infusione e le iniezioni endovenose hanno avuto tassi elevati di errore (64,7% [n = 514], IC 95% 61,3–68,0; e 77,4% [n = 188], IC 95% 71,7–82,2, rispettivamente). Per le iniezioni endovenose, il 59,7% (IC 95% 53,4–65,6) ha avuto errori potenzialmente gravi. Nessuna caratteristica dell’infermiere è stata associata agli errori di somministrazione. La via endovenosa, le somministrazioni al mattino presto e nei fine settimana, l’età del paziente ≥ 11 anni, i farmaci orali che richiedono solventi/diluenti e l’uso di eMM sono stati tutti fattori di rischio significativi. Gli errori di somministrazione che causano danni effettivi sono stati inferiori del 45% con l’uso di un eMM rispetto alle cartelle cartacee.

Conclusione: Le strategie di prevenzione degli errori di somministrazione dei farmaci dovrebbero concentrarsi sulle somministrazioni endovenose e non trascurare i bambini più grandi in ospedale. È necessario prestare attenzione all’ambiente di lavoro degli infermieri, incluso il miglioramento del design e l’integrazione delle tecnologie di gestione dei farmaci.

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Revisione della terapia farmacologica e riduzione dei farmaci inappropriati: una posizione del Consorzio Scientifico Italiano

I recenti progressi medici hanno aumentato l’aspettativa di vita, portando a un incremento dei pazienti affetti da malattie croniche multiple e conseguente polifarmacoterapia, in particolare tra gli anziani. Questa situazione aumenta il rischio di interazioni farmacologiche e reazioni avverse ai farmaci, mettendo in evidenza la necessità di una revisione dei farmaci e della deprescrizione per ridurre l’uso di farmaci inappropriati e ottimizzare i regimi terapeutici, con l’obiettivo finale di migliorare la salute e la qualità della vita dei pazienti.

Vi riportiamo la dichiarazione di posizione del Consorzio Scientifico Italiano sulla revisione dei farmaci e la deprescrizione, che si propone di descrivere gli aspetti fondamentali, le strategie, gli strumenti, i tempi e i professionisti sanitari da coinvolgere nell’implementazione della revisione dei farmaci e della deprescrizione nei vari contesti sanitari (come assistenza primaria, ospedale, strutture di assistenza a lungo termine e cure palliative). Vengono inoltre analizzate le sfide e le possibili soluzioni per l’attuazione di queste pratiche.

Leggi qui l’articolo completo.

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